Attualità (11-10-2015)

LA FAVOLA DEL CLUB DEI POTENTI

C’era una volta… ma molti affermano che c’è ancora, in una certa città un sodalizio importante formato da persone importanti la cui occupazione principale è appunto l’appartenenza al sodalizio. Queste persone si sono messe insieme, cooptandosi reciprocamente, per darsi importanza a vicenda e trascorrono il loro tempo a studiare strategie, alleanze e sinergie (parole magiche!) per conquistare spazi, potere e fama.
Nel Club si è creato un senso di delirante onnipotenza, con conseguente senso di impunità, derivante dall’unanimismo che i componenti praticano con assiduità. Le assemblee del Club durano pochi minuti: tutti d’accordo su tutto! E il gruppo dirigente va orgoglioso del proprio operato che propaganda con raffiche di annunci pubblicitari, comunicati stampa ed eventi commentati sempre favorevolmente da cronisti compiacenti e asserviti, di alcuni dei quali si dice anche che facciano parte del Club. E poi la permanente presenza a inaugurazioni, convegni, manifestazioni, sempre in prima fila, naturalmente, con l’immancabile codazzo di chi dal Club viene garantito di colazione pranzo e cena, con lauti compensi e qualche altro benefit per sé e parenti e amici.
Non mancano di mettersi in evidenza anche in celebrazioni religiose e processioni, accanto alla madonna o al santo di turno, non è chiaro se per acquistare consenso e conferma al loro potere, o condividere con la madonna e il santo l’ammirazione e la venerazione della gente. In realtà, sono pagani, dediti al culto di se stessi e del loro potere.
L’ufficio stampa del Club è ben fornito di scribacchini e comunicatori senza scrupoli sempre attenti a tenere alto il nome del sodalizio contro le malelingue e i detrattori che non mancano mai, veri “rompi” che rischiano di mettere in crisi il “nome”.
Alcuni di questi “rompi” fanno parte del Club, ma sono troppo autonomi, dissentono, propongono, pongono interrogativi, chiedono spiegazioni… insomma disturbano, forse ispirati da personaggi esterni, il pacifico svolgersi della vita del Club e della città disegnato dalle direttive dei capi e dei loro ispiratori.
E allora si studiano strategie, si attivano sinergie, si fanno alleanze con personaggi esterni al Club, ma devoti, perché ne hanno ricevuti benefici: i “rompi” vanno isolati, screditati, ridicolizzati. I mezzi per ottenere tutto questo non mancano. Il potere, la fama, l’onore, la stabilità, e (ma bisogna dirlo sottovoce) gli interessi, per ora sono salvi. L’impunità vince e straripa. E i capi del Club decidono di andare avanti.
Ma qualcosa ancora una volta non funziona, si scopre che qualcuno è coinvolto in uno scandalo, che un altro è dipendente del Club e profumatamente pagato, ma sfrutta la sua posizione per obiettivi personali e di famiglia, che diversi soci del Club ne sfruttano l’appartenenza per favorire amici e amici degli amici. Insomma una serie di cose che nel mondo reale, fuori delle favole, si chiamano conflitto di interessi e corruzione, ma nel mondo dei Club si risolvono con l’intervento degli amici più potenti ed influenti proprio là dove si dovrebbe vigilare e controllare.
La legalità e la trasparenza sono solo temi da discutere in grandi e verbosi convegni. Questa è una favola… ma, vogliamo sperare, non a lieto fine, per i suoi protagonisti.

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