Attualità (12-06-2016)

LA FAMIGLIA SEMPRE IN MOVIMENTO

La Amoris Laetizia ci sollecita a riconoscere che la vita, sempre in movimento verso un oltre, ha bisogno di essere ospitata in una forma, che non la può ingabbiare né esaurire, ma le deve consentire di esprimersi, di fiorire. La famiglia è il luogo dove la vita è desiderata, accolta custodita, fatta crescere, lasciata andare (“i figli non sono una proprietà della famiglia” n.18).
Un “cammino dinamico di crescita e di realizzazione” (n.37). A ben guardare, la famiglia è la realtà più dinamica che esista, ci costringe a stare sempre in movimento. La famiglia dei due sposi, quella con i figli piccoli, quella con gli adolescenti in tumulto, quella con i figli che crescono e vanno, quella dove il “nido” di colpo si svuota, quella con i genitori anziani che hanno bisogno di sostegno, quella dei coniugi che si ritrovano a condividere 60-70 anni della loro vita… Ogni fase ha le sue bellezze e le sue fatiche (n.235). Sempre la stessa e sempre nuova, la famiglia ci chiede continuamente di cambiare: non si può essere fedeli alla promessa fatta in tempi che diventano sempre più remoti senza immaginazione e senza misericordia reciproca!
Nei capitoli 3, 4 e 5 papa Francesco regala parole di affettuosa sollecitudine e profondità sulla vocazione, la realtà, le prospettive della famiglia. Parole che fanno bene in un’epoca in cui nessuno sembra essere più capace di dire della sua bellezza.
Senza mai perdere di vista la concretezza. Nelle famiglie ferite, per esempio, non ci sono solo i diritti e i doveri dei coniugi, i loro bisogni e desideri, ma anche il bene dei figli. Ci sono le relazioni tra fratelli (avere un fratello, una sorella che ti vuole bene è esperienza forte, impagabile, insostituibile” n.195), preziose, ma anche delicate, e comunque tirocinio di un movimento più grande: “lo stile della fraternità si irradia come una promessa sull’intera società” (n.194).
Eppure, la famiglia è anche il luogo dove la differenza non produce disuguaglianza e dominio, ma sollecitudine e tenerezza. Dove il più grande si china sul più piccolo perché possa crescere, e a sua volta far crescere altri.
Mai come nella famiglia siamo e sposti all’altro, soprattutto ai più deboli, che sono anche i più esigenti. Quelli che, costringendoci a rompere continuamente i nostri schemi, la nostra routine, sempre un po’ sclerotica, in realtà ci liberano, ci aprono alla vita. I figli sono i nostri primi liberatori! Per questo, soprattutto quando crescono e vanno per le strade del mondo, è importante continuare a esporsi all’altro, a chi mette in crisi il nostro “ordine”, e quindi alla fantasia della vita che ci interpella, ci stupisce, ci afferra e ci porta oltre le nostre capacità, i nostri limiti, la nostra povera immaginazione.

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