Attualità (17-09-2017)

SEGNI DEI TEMPI

“Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: a continuare, sotto la guida dello Spirito paraclito, l’opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza della verità, a salvare e non a condannare, a servire e non a essere servito” (Gaudium et Spes 3). Il Concilio afferma il “dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo”: Si tratta di “discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio”.
Fra i segni dei tempi che devono determinare le forme della missione, il Concilio mette in luce il crescente senso della dignità della persona umana; l’indicazione di guardare al continuo svilupparsi delle relazioni umane che ormai, attraversano tutti i confini; la necessaria individuazione dei valori e dei contro valori che contrassegnano lo sviluppo contemporaneo del progresso umano.
Rispetto a cinquant’anni fa, anche gettando solo uno sguardo superficiale al nostro mondo, dovremmo aggiungere fra i più vistosi segni dei tempi l’impressionante rimescolarsi demografico, che sta avvenendo sul pianeta, con la sostituzione delle forme tradizionali di popoli, culture e religioni, nel passato unitarie e monolitiche, con nuove forme di aggregazioni sociali di grandi dimensioni, nelle quali si intrecciano nella vita quotidiana popoli, religioni, lingue, culture diverse.
Se a questo fenomeno si aggiungono, nei paesi di antica tradizione cristiana, la crescita progressiva di un costume che si sta sciogliendo vistosamente dai suoi tradizionali legami con i valori cristiani, così come una diminuzione progressiva, soprattutto fra i giovani, della fede in Gesù Cristo e della stessa credenza in Dio, la Chiesa ne ricava con evidenza il bisogno di darsi una nuova forma, per cui non risulti più appiattita sulla cultura tradizionale dei popoli cristiani, eventualmente da restaurare, ma sempre e comunque come un fermento nuovo per il mondo nuovo.
E’ la Chiesa in missione: “non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb 13,14). Nel quadro di una lettura dei segni dei tempi, Papa Francesco pone al centro del suo pontificato l’evangelizzazione: “Costituiamoci in tutte le regioni della terra in uno stato permanente di missione” (EG 24,11), Di conseguenza, in questo nostro tempo, che assomiglia maggiormente all’epoca nella quale gli apostoli hanno diffuso il Vangelo, più che al nostro passato più prossimo, alla Chiesa si impone la riscoperta e la rivitalizzazione della sua forma apostolica di vivere. Di conseguenza, i criteri per dare alla Chiesa la sua vera forma, sono, non tanto il riferimento al recente passato, erroneamente definito da alcuni “tradizione” (“si è sempre fatto così”), ma alla Parola di Dio, sotto la guida dello Spirito e dei pastori, e ai segni dei tempi, da saper leggere e discernere sempre, come comunità, nella sapienza dello Spirito.

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