Attualità (22-10-2017)

I CRISTIANI E LO STATO

I cristiani sono nel mondo, ma sono del mondo. Non hanno qualcosa di più degli altri, però hanno uno sguardo abituato a leggere le cose del mondo. Hanno una visione e sanno di essere chiamati a costruire una convivenza nella pace, secondo un giusto ordine nel rapporto con la natura, tra gli uomini, con le istituzioni. La lealtà verso l’autorità si costruisce a partire dalla pratica di relazioni di giustizia.


Questa lealtà si impara dalla Sacra Scrittura. Dio è fedele al suo popolo. Fondati sul suo esempio di lealtà impariamo a vivere le nostre relazioni, a custodire i patti sociali, le costituzioni, a mantenerne la memoria, a diffonderne e a rispettarne i principi, a cercare di promuoverli e a riformarli quando necessario, perché siano sempre aderenti alle esigenze della storia. La lealtà non è una virtù data una volta per tutte, ma va costruita con attenzione coltivando una giusta memoria del passato e il senso di un avvenire che ci aiuta ad essere fedeli al futuro. Senza la memoria del passato e la fedeltà al futuro è difficile coltivare una sana lealtà verso lo Stato, ed è facile cadere nell’individualismo estremo e usare gli altri in maniera strumentale.
L’autorità viene da Dio, ed è legittima se la convivenza fra gli esseri umani è ordinata e feconda; se l’autorità assicura l’ordine e contribuisce all’attuazione del bene comune. Legittimità e bene comune sono due criteri fondamentali per il discernimento di un ordine giusto.
La lealtà non si traduce mai in cieca obbedienza a qualunque regime. La lealtà non è acritica, né incondizionata. Non basta osservare i valori: occorre capire come si traducono concretamente nella storia. Ci vuole disponibilità al dialogo con tutti, attenzione non solo alle dichiarazioni di valori, ma anche la loro possibilità di traduzione in processi reali.
Il principio di lealtà verso lo stato chiede al cristiano di operare con l’obiettivo di riconoscere la democrazia come conquista quotidiana, altrimenti le istituzioni saranno sempre percepite come distanti, a favore di questo o di quello, e, perfino, illegittime.
La lealtà verso lo stato richiede dinamicità di saper avviare e sostenere processi che tengano presenti i valori nei quali crediamo, senza volerli imporre con la forza. Il tutto nella speranza e nella fiducia e nella pazienza per la fragilità dei tempi che viviamo.

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