Attualità (23-09-2018)

LA REALTA’ VISTA DAI SOCIAL NETWORK

L’arrivo dei social network ha profondamente cambiato il rapporto tra le persone e le idee. In precedenza, sugli organi di stampa si dava spazio a osservazioni e critiche, e il confronto, salvo pochissimi casi, era sempre civile. Oggi non c’è più nessuna rispettosa distanza tra chi scrive o esprime delle idee e chi legge. Che sia Papa Francesco o l’ultimo cittadino, nessuno ormai si salva dalle critiche, a volte anche violente e volgari. E la carta stampata, sempre alla ricerca di scoop, prende spunto dai social per riempire le sue pagine.
Spesso pensiamo che siano stati i social a provocare la rabbia della gente. In realtà, Twitter, Facebook e gli altri ce l’hanno solo svelata.
Un ignaro cittadino rischia di sbarcare sul Web senza saperlo, e trovarsi in un mondo di critiche e di giudizi, che non sa come gestire.
Evan Williams, uno dei fondatori di alcuni social, ha affermato che “Internet si è rotto”. I pionieri del Web e dei social pensavano che se avessero dato a tutti la possibilità di esprimersi liberamente e scambiarsi idee e informazioni, il mondo sarebbe diventato migliore. Ma non è stato così. Internet premia gli eccessi e offre a tutti un palcoscenico di (quasi) uguale valore. Così facendo premia anche la relativizzazione. Tutto vale uguale. Ogni voce ha lo stesso valore. E finiamo per credere a tutti. In realtà non crediamo più a nessuno. Sospettiamo complotti e minacce, ma ci basta mettere un “mi piace” sotto un post o scrivere un commento offensivo a qualcuno per sentirci migliori e più sereni.
Il mondo digitale è di fatto nelle mani di cinque aziende: Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft. Sono loro che comandano e decidono dove mandare l’ago della bilancia.
Gli estremi vincono. I potenti comandano. Le fake news spargono bugie. Si fa ascoltare chi urla più forte.
Non bisogna condannare e esorcizzare i social, ma dobbiamo percorrere la strada più lunga e faticosa, quella che si basa sulla qualità e sul valore delle idee, sulla loro condivisione e sul confronto. Dobbiamo stare attenti a non cadere nell’errore che l’altro sia un nemico. L’altro, anche quando si nasconde dietro un pc, uno smartphone, è sempre una persona, che spesso urla perché crede che questo sia l’unico modo per farsi sentire, e che è arrabbiato perché non siamo stati abbastanza bravi nello spiegare loro perché abbiamo fatto una scelta piuttosto che un’altra. Perchè (forse) non l’abbiamo rispettato.
Umberto Eco sosteneva che “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”. Naturalmente noi non possiamo condividere questa opinione.

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