Attualità (27-11-2016)

UN AVVENTO DI SPERANZA

Con la domenica di Cristo Re dell’universo, si è concluso il percorso dell’anno liturgico e si è chiuso il Giubileo straordinario della misericordia. L’intensità con cui è stato vissuto questo evento, fortemente voluto dal Papa, rischia di diminuire lo slancio con cui cominciare questo nuovo tempo di Avvento.
L’Avvento è un momento decisivo per annunciare la speranza, come una realtà fondata sull’amore di Dio che decide di piantare la sua tenda in mezzo agli uomini.. E’ Cristo, infatti, vero Dio e vero uomo, la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde degli uomini d’oggi.
La speranza è un bene fragile e raro. Il suo fuoco talora è tenue anche nel cuore dei credenti. “ La piccola speranza, afferma uno scrittore francese, avanza tra le sue due sorelle più grandi (la fede e la carità) e non si nota nemmeno”
Perché, allora, proprio la speranza? Perché oggi c’è un particolare bisogno di speranza. Ci troviamo a vivere un’epoca inedita. Ci lasciamo alle spalle i grandi conflitti provocati dalle ideologie, che fornivano un punto di riferimento all’esistenza individuale e collettiva. I film di don Camillo e Peppone ci facevano sorridere di fronte ai contrasti che segnavano la vita di un piccolo paese, nel nome di idealità contrapposte. Oggi sperimentiamo un modo diverso di vivere. Dalla nostra coscienza sembra sparita la certezza che la storia abbia una direzione, un senso.
Viviamo un’esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. E’ come se fossimo privi di radici e quindi esposti a quello che viene chiamato un “sentimento della fluidità”. Ci sentiamo disorientati, incerti, stanchi, smarriti. Avvertiamo che la situazione è profondamente mutata, segnata da forti ambivalenze ed ambiguità, in cui si coglie più che mai un bisogno di speranza.
Proprio la speranza è l’anima segreta, la forza capace di trascinare le persone. La “piccola” sorella sembra condotta per mano dalle due più grandi, ma con il suo cuore di bambina vede quello che le altre non sono in grado di cogliere. E così guida la fede e l’amore con la sua gioia fresca ed innocente. Non si tratta però di una forza generica, di un dinamismo spontaneo. La speranza cristiana ha un nome e un volto: Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, il Crocifisso Risorto, il Signore della storia. Non un’idea, ma una persona: la sua persona, la sua storia, la sua esperienza inconfondibile, l’unica capace di offrire salvezza e vita

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