Attualità (29-11-2015)

TERRORISMO E “RESILIENZA”

Da un po’ di tempo si va riscoprendo una parola bellissima: “resilienza”. E’ la capacità di far fronte ai traumi in maniera vitale. E’ forza di ricostruirsi, restando sensibili alle cose positive che la vita offre.
In questi giorni, segnati dalla follia omicida di terroristi fanatici, ci vediamo offrire note e parole di resilienza, che sono un vero e proprio inno alla vita. Sono note di resilienza quelle della Marsigliese che uscendo dallo Stade de France, dopo le prime ore di terrore, consumatesi all’esterno, gli spettatori della partita hanno cantato, aggrappandosi l’uno all’altro, per trovare la forza di continuare a vivere. Sono note di resilienza quelle che sono riecheggiate nelle strade e nelle piazze di Parigi e negli stadi, nei teatri e nelle manifestazioni di piazza organizzate, anche a Roma e a Milano, dai Mussulmani italiani. Sono note di resilienza quelle che ha offerto il giovane musicista italo-tedesco Davide Martello, sabato mattina, 14 novembre, nei pressi del Bataclan, dove, poche ore prima, la musica era stata sovrastata e interrotta dal rumore dei kalashnicov e dal boato delle esplosioni che si sono portate via 89 giovani e hanno segnato per sempre centinaia di loro coetanei. Martello trascina con la sua bici una pianola e inizia a suonare “imagine” di John Lennon.
Sono innumerevoli le parole di resilienza che capi di stato, il papa e personalità importanti hanno proferito, e quelle scritte su manifesti e cartelloni delle numerose manifestazioni; in particolare la scritta apparsa su uno striscione nero in Place de la Republique su cui: “fluctuant nec mergitur”, la barca oscilla tra le onde ma non affonda.
Parole di resilienza sono quelle ampiamente riportate dalle stampe e dai mezzi di comunicazione, del giovane giornalista Antoine Leiris, che al Bataclan ha perso la moglie e madre del suo figlioletto di 17 mesi. Egli scrive: “Venerdì avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa. Non sarà così.
L’ho vista stamattina, prosegue Antoine. Finalmente dopo notti e giorni di attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, Ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio ed io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi, e farà merenda come ogni giorno e per tutta la vita questo petit garcon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Categorie

Visite

Visite 2.110

Giorni nell'intervallo 28

Media visite giornaliere 75

Da una qualsiasi SERP 3

IP unici 716

Ultimi 30 minuti 0

Oggi 0

Ieri 88