Attualità (30-08-2015)

STAR E FANS

Perfino nella chiesa, qualche volta, ci sono star e fans. Ne sono espressione le folle osannanti, i papa- boys, le urla e gli slogan in piazza S. Pietro o dovunque Giovanni Paolo II andasse. Anche nel piccolo di una realtà locale ci sono le star. Succede che un prete abbia una schiera di fedelissimi, che lo segue in ogni circostanza, rincorrendo incontri, prediche e meditazioni in cui sia annunciata la sua presenza. Se non c’è la star, i suoi fans non si presentano. Evidentemente ciò che attira è il personaggio, non l’argomento. Lo stesso si vede nelle parrocchie, quando il parroco o un collaboratore viene trasferito: la schiera di amici e sostenitori si dissolve nella parrocchia e lo segue nella nuova sede.

E’ comprensibile che ognuno abbia anche nella comunità ecclesiale la propria simpatia e una stima particolare per qualcuno, però a questo punto nasce un dubbio: coloro che in piazza S. Pietro osannano il Papa, coloro che rincorrono le prediche di un certo prete, che cosa cercano? Sono credenti che cercano Dio, mossi da un’istanza sincera della fede e dalla ricerca spirituale, o sono fans di una star? Se appartenessero alla prima categoria, avrebbero disponibilità e fedeltà, prescindendo da chi è in scena. Cercherebbero una parola santa ovunque e da chiunque, magari anche dal parroco, poco affascinante, della propria parrocchia. Se appartengono alla seconda categoria, non avranno orecchio che per il loro idolo. Si pensi alle folle dei giovani che partecipano alle giornate mondiali della gioventù. Che cosa hanno portato a casa? Hanno trasferito il loro entusiasmo nella modesta realtà della vita ordinaria della loro parrocchia? O i numerosi devoti che si recano in pellegrinaggio ai santuari e ne ritornano pieni di entusiasmo e di commozione, cosa portano nella vita delle loro comunità parrocchiali?
Alla luce di queste considerazioni si può fare il confronto con Gesù e il discepolato che egli chiede. Prima di tutto egli rifiuta ogni forma di autoaffermazione. Il suo scopo è condurre all’incontro con il Padre e non tanto con lui. Rifugge da ogni entusiasmo emotivo, respinge anche con durezza le richieste di gratificazione o coloro che lo seguono per ottenere qualche forma di vantaggio. Gesù è esigente e chiede una scelta consapevole, motivata, libera. Coloro che lo seguono sono persone specifiche, chiamate per nome, non folla accodata per entusiasmi collettivi, destinati a spegnersi appena il maestro non è gradevole o non corrisponde ai propri desideri. La sequela cristiana non è semplicemente andare dietro a qualcuno, ma è esclusivamente “sequela di Cristo”, per essere con lui e secondo lui a qualsiasi prezzo. E’ legame che cerca la sua presenza, ma solo per essere rimandati alle responsabilità grandi e piccole della vita quotidiana in cui dare corpo alla fede professata. Gesù vuole discepoli liberi, credenti, non ammiratori e fans.

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