Attualità (4-02-2018)

PERCHE’ OGGI AVVENGONO POCHE GUARIGIONI MIRACOLOSE?

Abbiamo detto che le guarigioni compiute da Gesù sono il segno della presenza di Dio tra gli uomini. Ma, allora, perché oggi non avvengono più tante guarigioni miracolose come si narra nel vangelo?
Per rispondere a questa domanda è necessario soffermarsi sulla finalità dei miracoli compiuti da Gesù.
Prima di tutto, essi avevano lo scopo di accreditare colui che li compiva. Nel discorso nel giorno di Pentecoste Pietro afferma; “Gesù il Nazareno che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni…”. Dopo la risurrezione di Gesù e la morte degli apostoli, questa finalità è accuratamente riportata nella Scrittura, per cui chi, animato dalla fede, legge quanto Gesù ha compiuto a favore dei malati, può trovare una conferma alla sua adesione al Signore.
In secondo luogo, i miracoli compiuti dal Cristo, che accoglieva le numerose preghiere di guarigione che i malati gli rivolgevano ,erano indice della sua opposizione al male e alle malattie e della sua volontà di liberarne l’uomo. Allo stesso tempo, però, i miracoli volevano essere segni, non soluzioni, segni prefigurativi di una salvezza generale, anticipazione di un mondo rinnovato per tutti, sorgenti di speranza in un mondo nuovo. Gesù, infatti, passava attraverso il corpo, cioè guariva, ma non si limitava ad aiutare i corpi, liberava l’uomo dal peccato e non solo dalla malattia, non solo dal bisogno, ma anche dalla solitudine, dall’esclusione e dal non senso. Al cieco che chiedeva la vista Gesù ha dato anche la fede. Sapeva che nel desiderio del cieco di vedere si nascondeva il bisogno di scorgere una strada che desse un senso alla vita.
Nell’affidare agli apostoli il mandato “predicate il vangelo e curate i malati”, Gesù ha consegnato loro e, attraverso loro alla Chiesa, la missione di perpetuare il suo atteggiamento verso quanti vivono nel corpo e nello spirito le conseguenze della fragilità umana, mantenendone lo spirito che lo animava, cioè l’amore e il significato. Non sono mancati, nella storia, miracoli uguali a quelli narrati dal vangelo, basti pensare alle cronache dei pellegrinaggi o alle cause di beatificazione dei santi, tuttavia la via ordinaria seguita da Gesù per continuare a guarire i malati è quella che passa attraverso la mediazione degli uomini e della comunità dei credenti. Nelle cure mediche e sociali degli operatori e dei volontari, nell’assistenza dei familiari e nei numerosi modi di attenzione ai malati e ai bisognosi si rivela l’amore misericordioso del Signore che guarisce, mirando non solo a togliere il male fisico, ma anche a restaurare l’unità della persona, divisa dall’infermità, infondendo nei malati la forza di attraversare, insieme al Cristo, la strada del dolore. In questi casi, come risulta da molte testimonianze, il malato può sentirsi guarito malgrado la persistenza del male fisico.
Quando Gesù incontrava un malato, per esempio un lebbroso, non solo lo liberava dalla malattia fisica, ma lo reinseriva anche nella vita della comunità. Oggi ci sono tante situazione di sofferenza dovute al rifiuto e all’esclusione ( ad esempio gli immigrati). Tocca agli uomini di buona volontà e alla comunità cristiana compiere quotidianamente il “miracolo” dell’accoglienza e della condivisione.

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