1a domenica di Avvento anno a -VIGILANTI NELL’ATTESA
Il tempo di Avvento segna l’inizio di un periodo di attesa, nel quale occorre scuotersi dalla confortante (e intorpidente?) “normalità” del Tempo ordinario appena concluso ed assumere un atteggiamento di vigilanza, necessario per non perdere nessuno dei frutti che la nascita del Figlio di Dio porterà all’umanità.
Ma per il momento l’atmosfera natalizia è ancora lontana: l’idea che oggi si impone è quella del pellegrinaggio (prima lettura) verso una meta che richiede decisione, impegno, perché la prospettiva è di quelle che non si possono fallire. L’idea di fondo è quella di trasformare le parole di guerra in parole di pace, gli atteggiamenti di guerra in atteggiamenti di pace, i gesti di guerra in gesti di pace. Comincia così ad intravvedersi uno dei grandi doni che porterà l’incarnazione del Figlio di Dio: la pace. Per questo occorre rifuggire da quella trascuratezza che fu propria della generazione di Noè e che il Vangelo ci ricorda, al fine di non seguirne l’esempio. Dei contemporanei di Noè si dice letteralmente che “non conobbero” i segni che preannunciavano il diluvio: non è solo una prospettiva sbagliata, è una colpevole “miopia” che li distoglie dalla vigilanza.
In questa ottica va letto anche l’invito di Paolo (seconda lettura) a ridestarci dal sonno, ad allontanare le opere delle tenebre e a vivere nella luce di Cristo, perché “la nostra salvezza è più vicina”.
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