5a DOMENICA DI PASQUA
CRISTO RISORTO: VIA, VERITA’ E VITA “
La rivelazione che ci viene dalla pagina del vangelo di questa domenica è lo sviluppo di un tema presente fin dall’inizio del Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha mai visto Dio, l’unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18): la parola di Dio fatta carne rivela attraverso le parole e le opere la sua comunione di vita con il Padre, e la fede in lui, il Rivelatore, permette di accedere alla sorgente della verità e della vita. Sono aspetti di un’unica realtà che si compenetrano. La vita, infatti, è “conoscere il Padre”, ossia essere in comunione di amore con lui e credere in colui che il Padre ha inviato. Questa lezione di fede e di vita cristiana era necessaria e attuale per la chiesa delle origini, ed è necessaria e attuale per la chiesa di oggi. In ogni tempo, infatti, la chiesa è chiamata a continuare l’opera di Cristo e indicare le vie per raggiungere il Padre; ad essere quel segno che attraverso l’esperienza del quotidiano, la Parola e i sacramenti comunica la verità e la vita.
Condizione essenziale per continuare la missione di Cristo è crescere compatti attorno a lui come pietre vive (2a lettura): è “compiere le sue opere” (vangelo). Di ciò abbiamo una conferma nella vita e nella catechesi della comunità primitiva, quali vengono presentate nella prima e nella seconda lettura. Sullo sfondo della elezione dei sette “diaconi” si profila una situazione di contrasto fra cristiani appartenenti a due gruppi diversi per mentalità, lingua, tradizioni, cultura; si avverte la presenza di forze e tendenze diverse che già si delineavano in seno alla chiesa delle origini. La soluzione di queste tensioni viene cercata in una linea di equilibrio e di riorganizzazione della chiesa, per un più efficace servizio dei fratelli. La comunità, mentre cresce per il moltiplicarsi del “numero dei discepoli”, incomincia anche, sotto la guida dello Spirito, a differenziarsi in ministeri diversi. Tutti sono pietre vive impiegate per la costruzione del medesimo edificio spirituale.
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del Signore, l’assemblea si realizza sempre più come edificio spirituale, saldo e compatto, costruito con pietre vive attorno a Cristo, pietra angolare. Ed egli è presente in mezzo ai suoi come “via” che conduce al Padre, “verità” che si fa conoscere e penetra nei nostri cuori attraverso la parola proclamata e ascoltata nella fede; “vita” donata nella partecipazione alla mensa eucaristica. Celebrare l’Eucarestia diventa allora entrare, “per Cristo, con Cristo e in Cristo”, nella comunione di vita con il Padre come Gesù.
Compatta in questa comunione, l’assemblea liturgica si presenta al tempo stesso come una comunità articolata e strutturata in varietà di funzioni e ministeri: non soltanto il servizio della presidenza, riservato al vescovo o al presbitero, ma anche il servizio dei fedeli: lettori, commentatori, ministranti, cantori, il servizio dell’accoglienza e della carità… tutti a servizio di una piena e attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio al mistero di Cristo.
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