Vangelo della domenica (18-09-2016)

XXV dom del tempo o anno C
NON POTETE SERVIRE  DIO E MAMMONA

 
xxv-dom-to-anno-cIn una visione di fede vera, dove si afferma il primato di Dio, i profeti non hanno mai smesso di denunciare l’ipocrisia come comportamento che falsifica la relazione religiosa. (l vangelo della misericordia divina non annuncia una “grazia a buon mercato”, ma un dono impegnativo: per il “ricco” accogliere tale annuncio vuol dire trasformare i beni da oggetto di egoismo individualistico in strumento di condivisione, in funzione di quella comunione che può crearsi attorno alla centralità di Dio nella vita. Questo è il significato della enigmatica espressione del vangelo:
“Procuratevi amici con la disonesta ricchezza”. La religiosità di chi è convinto che bastino poche pratiche per mettere la coscienza a posto e così comprare la benevolenza divina è contraria al vangelo di Gesù Cristo.


Nel vangelo la parabola dell’amministratore disonesto ci pone davanti all’esperienza radicale del regno di Dio annunciato da Gesù: sottrarsi alla schiavitù dei beni terreni, in particolare alla schiavitù del denaro, per creare una comunità di fratelli, in cui si riconosca l’uguaglianza in dignità e si pratichi la giustizia soprattutto verso i più deboli.
Questa è la via evangelica per sconfiggere la mercificazione del “povero”, contro la quale si pronuncia con forza la prima lettura: Dio stesso, grida il profeta Amos, prende le difese dei poveri e non potrà dimenticare le opere di coloro che li calpestano.
Tra le raccomandazioni che Paolo affida al discepolo Timoteo nella seconda lettura c’è quella della preghiera pubblica per tutti, senza esclusioni: vuole che tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.

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