Vangelo della domenica (18-10-2015)

DOMENICA XXIX DEL T.O. ANNO B
SALVATI DALLA SUA MORTE

dom XXIX delto anno b“Il Figlio dell’uomo… è venuto per servire… per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Questo è uno dei detti più importanti dei vangeli, con cui Gesù enuncia il motivo della sua morte.
La parola “riscatto” indica la liberazione di una persona, di uno schiavo, dietro versamento di un prezzo.Gesù attacca il male, il peccato, alla radice, facendosi obbediente sino alla morte. “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Isaia,53,5). Dio ha amato gli uomini fino a mandare il suo Figlio nel mondo, per riconciliarci con sé.


I vangeli proclamano che non siamo stati salvati soltanto mediante la vita e la risurrezione di Gesù, ma anche mediante la morte. Ma come ci può salvare la fatica, la sofferenza, la morte di qualcuno? E’ questo un mistero non immediatamente traducibile in concetti, per quanto il cuore umano intuisca di che cosa si tratti. E’ l’amore che si esprime in essi, accettandoli.
Il Padre non voleva per Cristo, né dolore né morte, ma una vita felice. Che sia finito in una simile morte è dipeso da noi. Gesù non si è tirato indietro spaventato. La sua morte è stato il suo supremo atto di amorosa obbedienza. Così ci ha effettivamente meritato il perdono.
In questo senso possiamo dire che la sua morte fa parte della volontà del Padre. Il fatto che proprio qui siano presenti sofferenza e morte, nasconde un grande mistero, che nessuno può sondare fino in fondo. Poteva sembrare inconcepibile che Dio, il quale abita in una luce inaccessibile, ci mostrasse il suo amore in questa maniera. Ma egli lo ha fatto in Gesù suo Figlio.

18 ottobre 2015

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