Vangelo della domenica (22-10-2017)

domenica XXIX del t.o. anno a – IL COMPITO DEL CRISTIANO
NEL MONDO

La fede cristiana non suggerisce la fuga dal mondo, o meglio l’evasione dai compiti terreni che ogni persona deve affrontare. Al contrario, la fede vera aiuta ad assumere impegni con responsabilità, ad essere sale della terra e luce del mondo. Il concilio Vaticano II ha dedicato ampio spazio a riflettere sulla presenza del cristiano nel mondo d’oggi e a fare proprie le preoccupazioni e le speranze, le ansie e le gioie dei contemporanei. Le indicazioni che il concilio dà a questo riguardo, fondate sul vangelo di Gesù, dovrebbero far superare reticenze e spronare ad una testimonianza chiara dei valori del vangelo. La prima lettura descrive come Dio può scegliere i suoi strumenti con libertà per agire nella storia: Ciro, il grande conquistatore persiano, viene presentato dal profeta come servo del Signore per liberare il popolo dall’esilio e riportare in patria gli ebrei esuli a Babilonia. Tanto è imprevedibile l’agire di Dio!

Il racconto del vangelo ruota intorno al quesito che gli avversari di Gesù gli pongono per metterlo in difficoltà, come un tranello per avere di che accusarlo: lo interrogano sulla liceità o meno di pagare il tributo a Cesare.
Nel dare loro risposta Gesù riporta la questione al centro: Dio, che deve avere il primo posto nella vita del credente, non dispensa però dal prendersi le proprie responsabilità nei confronti delle realtà terrene.
Nella seconda lettura, scrivendo ai membri della comunità cristiana di Tessalonica, Paolo ringrazia Dio per il Vangelo da loro accolto e li esorta a rendere visibile con le opere la loro fede.

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