Vangelo della domenica (24-03-2013)

palme24 MARZO: DOMENICA DELLE PALME
CRISTO VA INCONTRO ALLA MORTE
CON LIBERTA’ DI FIGLIO

La nostra gente è maggiormente attratta dalle celebrazioni nelle quali si dà o si benedice un oggetto. Oggi i ramoscelli d’olivo costituiscono un motivo di attrazione. Un tempo si collocavano nelle case e nei terreni coltivati quasi come dei talismani contro tutte le possibili disgrazie. In realtà essi sono il segno di un popolo che acclama al suo Re e lo riconosce come Signore che salva e che libera.
Il punto centrale della liturgia di oggi non è costituito dalle palme, ma dall’ascolto del racconto della passione del Signore. La sua regalità, osannata nella processione con le palme, si mostra in modo sconcertante sulla croce. Proprio in questa “follia” si compie il disegno salvifico di Dio. Sale inquietante la domanda del “perché” di questa grande sofferenza di Gesù, il Crocifisso, e con lui tutti di crocifissi della storia. Dov’è l’onnipotenza di Dio? Perché non interviene di fronte a ingiustizie così intollerabili? Solo la fede è capace di leggere l’onnipotenza di Dio nell’impotenza dell’Amore. Gesù ha talmente amato il Padre (“obbediente fino alla morte e alla morte di croce” 2a lettura), da accogliere liberamente il suo progetto “per noi uomini e per la nostra salvezza”.
La vera grandezza dell’uomo non sta nel potere, nella ricchezza, nella considerazione sociale, ma nell’amore che condivide, che è solidale, che è vicino ai fratelli, che si fa servizio. E’ il tema caro anche a Papa Francesco.
Dio vince il dolore e la morte non togliendoli dal cammino dell’uomo, ma assumendoli in sé. Nel legno della croce le prime comunità cristiane hanno scorto il segno della regalità di Cristo, l’inizio del mondo nuovo, di un nuovo ordine di cose.
Dall’annientamento del Figlio di Dio, e da tutti gli “annientati” della storia, nasce una nuova umanità.
La comunità cristiana è chiamata oggi a riconoscere la novità capace di dare una svolta alla storia non nei potenti, ma nei poveri e negli esclusi. Loro sono il centro della sua fede e del suo impegno, perché in loro riconosce il volto del suo Signore e la fonte della salvezza. Una verità che molti, ancora dominati dalla cultura del mondo, non comprendono , anzi, qualche volta addirittura combattono. E questa lotta viene non solo dall’esterno della comunità, ma anche dal suo interno e da ambienti che si proclamano ad essa vicini.

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