Vangelo della domenica (24-08-2014)

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
CHI E’ GESU’ CRISTO

A partire dalla “confessione di Cesarea” (vangelo), nella quale Pietro proclama la messianicità di Gesù, inizia una nuova fase dell’annuncio. Gesù aveva operato e predicato soprattutto nella Galilea. La gente era piena di ammirazione, ma anche di sconcerto, perché il modo di fare di Gesù non corrispondeva a certi schemi entro i quali si era cristallizzata l’immagine del Messia atteso da Israele.
Accanto alle prime ed entusiastiche affermazioni: “Nessuno può fare i segni che tu fai… Un grande profeta è sorto tra noi… Insegnava loro come uno che ha autorità…”, si facevano strada anche altri interrogativi: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”.
Qualcuno però guarda a Gesù con sospetto: “Scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni…”; “E’ posseduto da uno spirito immondo… E’ fuori di sé…”. Ma per coloro che lo hanno seguito da vicino, Pietro fa un atto di fiducia che è già professione di fede: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Pietro riconosce in Gesù il Messia e il Figlio di Dio, e Gesù conferma che la confessione di Pietro non è rivelazione della carne o del sangue, cioè non è frutto di considerazione dell’uomo fragile e impotente di fronte al mistero di Dio, ma è dono del Padre.
In questo modo Gesù rifiuta la concezione messianica del farisei e dei sadducei, corregge e purifica quella dei discepoli, fa accettare che la sua messianicità si manifesta nella sofferenza della croce, passaggio obbligato verso la gloria della risurrezione.
La domanda di Gesù: “Voi chi dite che io sia?” ha ancora un significato per la gente di oggi?
Probabilmente se la rivolgiamo a dei giovani troveremmo un risposta ben diversa di quella degli anziani, se la rivolgessimo a dei poveri ed esclusi la troveremmo diversa da quella di coloro che stanno bene, se la rivolgiamo e dei credenti la troveremmo diversa da quella che ci potrebbero dare i non credenti e coloro che hanno abbandonato la pratica religiosa. La risposta migliore non è quella teorica e dottrinale, ma la testimonianza concreta e gioiosa che coloro che credono in lui danno al mondo seguendo il Maestro fino alla croce, al dono totale di sé.

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