domenica XXVI del t.o. anno b -CONTRO LA TENTAZIONE DI MONOPOLIZZARE DIO
La relazione di fede non segue la logica del mondo, e false sono le nostre immagini di Dio quando ci conducono a volerlo assoggettare ai nostri bisogni o desideri. Il credente non può rinchiudere Dio nelle istituzioni e nelle tradizioni entro le quali pur esprime la sua fede. Dio è sommamente libero e la sua volontà non coincide con le nostre pretese, la sua azione di salvezza può arrivare a noi attraverso canali imprevedibili. Il suo Spirito soffia dove vuole e la sua iniziativa trascende ogni istituzione e ogni forma in cui si manifesta la fede stessa: la vera religiosità comporta il lasciare che Dio sia Dio!
Nel vangelo Gesù propone ai suoi discepoli uno stile tollerante quando enuncia il principio: “Chi non è contro di noi, è per noi”. Allo stesso tempo mette in guardia contro la tentazione di trovare sicurezza nei nostri schemi abituali ed esorta piuttosto a vivere la carità come accoglienza del diverso, evitando di essere inciampo ad altri con i nostri comportamenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda il messaggio della prima lettura: i doni di Dio non sono vincolati a forme istituzionali, e nessuna istituzione umana può pretendere di avere il monopolio dello Spirito divino.
E anche la seconda lettura aiuta a riflettere su tale atteggiamento, con la sua invettiva contro i “ricchi” che, accumulando grandi quantità di beni, rischiano di riporre soltanto in essi la propria sicurezza e di chiudere così il cuore a coloro che sono nel bisogno e che essi non aiutano.
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