V Domenica del tempo ordinario – IL SALE DELLA TERRA E
LA LUCE DEL MONDO
“Vedano le vostre opere buone”. Le comunità cristiane devono interrogarsi seriamente di fronte a questo invito, poiché la cultura diffusa oggi è quella di una società retorica, ipocrita, che punta molto sull’apparire, ma senza contenuto. In questa mentalità anche i cristiani rischiano di nascondere il loro essere di Cristo (e la luce di Cristo!) dietro schermi ipocriti: ad esempio, le molte parole sulla solidarietà e l’accoglienza in certe situazioni cariche di emotività cedono molto presto il passo al disinteresse e alla politica del lavarsene le mani. Le stesse istituzioni ecclesiali e i mezzi di comunicazione sono carichi di retorica vuota, ma molto refrattari alla vera testimonianza. Di fronte alla nostra cultura della superficiale apparenza rimane più che attuale l’interrogativo: la luce di Cristo illumina ancora, attraverso i suoi discepoli, questo mondo in decadenza?
Il vangelo propone due immagini cariche di significati: essere sale e brillare come luce. Le due immagini indicano la strada al cristiano, collegate come sono alla pagina delle “beatitudini” che le precede. Le immagini sono uno stimolo forte a riflettere: i cristiani sono ancora capaci di incidere nel mondo? La comunità cristiana è ancora consapevole del suo specifico compito missionario?
Nella prima lettura Isaia polemizza contro una pietà formalistica e vuota di significato, stimola ad una adesione al Signore autentica, che si rende visibile anche negli atti di solidarietà sociale, assai più che nelle pratiche di una religiosità intimistica e lontana dalla vita reale.
In modo simile Paolo, nella seconda lettura, cerca di correggere una visione deforme del Crocifisso e della “parola della croce”, perché si riscopra proprio nella croce il vero fondamento della fede e della testimonianza cristiane.
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