Vangelo della domenica (5-11-2017)

domenica XXXI del t.o. anno a – NON ABBANDONARCI, SIGNORE

L’invocazione al Signore perché sia presente nella nostra vita e non ci abbandoni a noi stessi nasce dalla consapevolezza della nostra fragilità, e dalla continua tentazione, a cui andiamo soggetti, di contare di più sull’apparenza che sulla sostanza. Sperimentiamo ogni giorno il fascino dell’apparire, dell’immagine, e questo costituisce un rischio continuo di improntare la nostra vita alla “ipocrisia”, ovvero di fondarla sulla inautenticità, più che sulla coerenza di una testimonianza credibile. Gesù ci interpella oggi sulla veracità del nostro dirci cristiani: non può essere solo una questione di forme, ma deve toccare la sostanza e lo stile del nostro vivere.


Il vangelo mette in guardia di fronte all’incoerenza della vita: che cosa poniamo al centro di essa? La ricerca del consenso, la cura della propria immagine sociale? L’atteggiamento ambiguo, il compromesso con lo stile del mondo, le scelte di comodo… tutto ciò può diventare una maschera dietro cui nascondersi. In tal caso il primato dato all’esteriorità comporta la negazione dell’interiorità.
In questo stesso orizzonte ascoltiamo la prima lettura: essa invita a riflettere sulla contro-testimonianza di un sacerdozio corrotto, che, al posto di amore e ascolto di Dio, mette al centro se stesso e i propri interessi, diventando così pietra di inciampo al popolo. Anche l’insegnamento diventa allora inefficace, proprio perché contraddetto dalla vita.
Nella seconda lettura Paolo continua a fare memoria dei giorni passati presso la comunità di Tessalonica: con il ricordo non mira a porre al centro se stesso, ma vuole evidenziare la genuinità del Vangelo di cui egli si è fatto portatore.

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