Vangelo della domenica (7-08-2016)

NON DIMENTICARE LA VITA DEI POVERI

dom XIX to anno cLa vita cristiana è sempre esistenza sotto il segno della venuta del Signore. L’attesa di chi ci viene incontro per salvarci è l’atteggiamento che deve caratterizzare tutta l’esistenza del cristiano. L’attesa dell’incontro con il Signore assume un carattere di decisività, che comporta sensibilità per Dio, per le persone che chiedono aiuto, e in tutte le relazioni che costruiamo. Il contrario sono indifferenza e inerzia, la fuga dalle proprie responsabilità. La vita quotidiana può incontrare molte tentazioni che addormentano lo spirito: la dissipazione, il divertimento, la centralità delle cose da fare, gli interessi… possono creare disattenzione e pigrizia spirituale. Gesù richiama all’essenziale della vita “spirituale”: non perdere di vista nel quotidiano l’attenzione a Dio e ai fratelli.


Il vangelo ci pone di nuovo di fronte ai beni di questo mondo e alle nostre scelte di fondo: per chi crede Dio è sempre “colui che viene”, colui che va atteso e per il quale occorre essere sempre pronti: le parabole ci parlano di questa prontezza. Se nella vita c’è Dio al primo posto, tutto il resto diventa allora non il fine, ma un semplice mezzo. Le immagini delle vesti cinte ai fianchi e delle lampade accese richiamano l’esperienza dell’esodo.
Così, nella prima lettura, erano invitati a comportarsi i figli di Israele: a mantenere desta la fede nelle promesse di Dio su cui si fondava la loro sicurezza.
La fede è anche per la seconda lettura fondamento delle cose che si sperano, al di là di ogni altra forma di sicurezza umana.

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