Attualità (11-06-2017)

PERCHE’ CONFESSARSI?

La confessione è uno dei sacramenti poco amati, perché poco compreso. Ci si domanda: “Perché devo dire le mie cose a un prete?”
In passato questa domanda non aveva senso, perchè nel prete veniva riconosciuta la persona di ministro di Dio e della Chiesa; oggi questo riconoscimento è un po’ in crisi e molti preferiscono pensare che tra loro e Dio non ci sia bisogno di intermediari: “Io confesso i miei peccati direttamente a Dio, perché solo Dio mi può perdonare”.
E’ vero che solo Dio perdona i peccati, ma questa frase può nascondere due importanti questioni:
Una certa comodità: un Dio personale, tutto interiore a me, che potrebbe assomigliare a un Dio di comodo, che mi invento a mia immagine e misura;
Un Dio solo interiore che rischia di farci dimenticare che viviamo accanto ad altri e che la fede si misura anche con l’amore.
Il perdono è qualcosa di molto serio: chi ha provato a perdonare sa quanto è difficile; e chi ha fatto l’esperienza di essere perdonato sa quanto una parola di pace può essere importante e unica.
Perdono significa super dono, dono perfetto. Non abbiamo nulla di meglio da donare che la nostra amicizia, la nostra pace, il nostro amore. Non possiamo pensare che questo dono possa essere svalutato: significherebbe svalutare il nostro stesso amore. Se questo vale per noi, quanto più potrà valere per Dio: il perdono donato da Dio è il regalo del suo amore, della sua pace, della sua amicizia. La più bella pagina sul perdono del Vangelo è la parabola del figlio prodigo, o meglio, del padre misericordioso (Lc 15,28-32). Dio non è padrone, ma un padre: non vuole né schiavi né ribelli, ma persone che corrispondano al suo amore: entrambi i figli non comprendono l’importanza del perdono: il più giovane oerchè crede che la libertà sia fare ciò che si vuole; il più grande perché crede che solo obbedendo come un servo si possa essere amati. Nessuno dei due ha capito che, per il padre, è l’amore ciò che conta: è l’amore che dà valore sia alla libertà che all’obbedienza.
Chi ha dei figli capisce bene questa semplice verità: gli scontri, le tensioni sono all’ordine del giorno; è la capacità di perdono che fa la differenza.
Fin qui, si dirà, nulla da eccepire. Ma perché devo chiedere perdono a un prete? Possiamo spiegare così: solo Dio può perdonare i peccati; Gesù è Dio; quindi può perdonare i peccati; Egli ha dato questo potere alla Chiesa, in nome della quale agiscono i successori degli apostoli; i vescovi e i preti. Quando un prete esercita il ministero della riconciliazione compie la missione che Gesù gli ha affidato, che è mostrare la misericordia di Dio anche verso chi ha peccato.
Quando pensiamo che ci basta chiedere perdono a Dio nel nostro cuore, noi ci abbandoniamo al silenzio e alla solitudine di un perdono che non ha voce. La parola del ministro, in nome di Gesù, spezza questa solitudine e permette di udire la parola: “Io ti assolvo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” che è parola di speranza. (continua)

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