Attualità (13-10-2013)

IL SERVIZIO DEI CHIERICHETTI

Incontrando le famiglie che chiedono il Battesimo per i loro figli, spesso domando: “Voi a che punto siete con la fede?” E molte volte il ricordo va alla fede vissuta da bambini. Molti, uomini e donne, hanno fatto i chierichetti, hanno un bel ricordo del parroco e raccontano le storie di qualche pasticcio combinato durante la celebrazione o in sagrestia. E’ raro il caso di persone che non abbiano fatto questa esperienza e non la ricordino con una certa nostalgia.
Fare i chierichetti (o “ministranti”, se si vuole usare un linguaggio un po’ più elegante) è una tradizione che si è vissuta per molte generazioni, la cui origine si perde nella notte dei tempi, ma che, nelle nostre comunità sembra andare in disuso, mandando perduti, così, anche questi bei ricordi.
In alcune famiglie si ricordano le esperienze dei bisnonni, dei nonni e dei papà ed anche quelle più recenti delle mamme, dopo che si è aperto anche alle bambine.
Erano i nonni e i genitori che portavano in sagrestia i loro bambini, appena ne hanno le capacità, qualche minuto prima dell’inizio della celebrazione, per passare loro il testimone.
Gli unici ricordi non sono solo le “bravate” e le “marachelle”, ma sono assai più numerosi ed importanti gli aspetti positivi.
In primo luogo l’aiuto dato al celebrante e il buon esempio offerto agli altri ragazzi di Una “partecipazione” attiva alla messa. Per questo tutti i parroci, compresi quelli della nostra unità pastorale, desiderano avere al loro fianco un bel gruppo di ragazzi disponibili e capaci di questo servizio.
Un gruppo di chierichetti non dovrebbe quindi mai mancare nelle nostre chiese. Grazie a questo servizio, oltre al contributo per l’intera comunità, vengono offerti ai bambini e ai ragazzi un ambiente ed un percorso do formazione ed un’esperienza di amicizia e di stare insieme, la preghiera, la celebrazione, la catechesi.
Il problema è che oggi si vive la parrocchia più come distributori di servizi a cui si accede per necessità, che come luogo di vita insieme e di incontro, sia per i bambini che per i grandi e le le famiglie. Si cerca la parrocchia più per essere serviti che per dare la propria disponibilità al servizio.
“servite con generosità Gesù presente nell’Eucarestia”, diceva papa Benedetto XVI rivolgendosi a tutti i ministranti del mondo, “è un compito importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in una amicizia vera e profonda con Lui”.
Bisogna anche riconoscere che soprattutto nelle celebrazioni di piccole comunità, o alle quali partecipano soprattutto persone anziane, la presenza all’altare di un gruppo di bambini, o anche solo uno o due, dà maggior brio e vivacità.
Npn dimentichiamo, infine, che proprio tra i chierichetti delle nostre comunità sono nate in passato numerose risposte alla chiamata di Dio al sacerdozio e alla vita consacrata. Papa Giovanni Paolo II° diceva: “Come sarebbe bello se qualcuno di voi potesse scoprire la vocazione al sacerdozio! Gesù Cristo ha un urgente bisogno di giovani che si mettano a sua disposizione con generosità e senza riserve!”.
Incominciare non è difficile. Basta arrivare in sacrestia dieci minuti prima dell’inizio della celebrazione e presentarsi al prete.

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