Attualità (16-03-2014)

“DA QUESTO VI RICONOSCERANNO”

Qual è la differenza tra un cristiano e uno che non lo è? Il vangelo può fare la differenza?
Molti ritengono che la nostra civiltà ha assorbito così profondamente i valori cristiani per cui non c’è più differenza; anche chi dice di non essere credente e non frequenta la chiesa, in quanto appartenente alla cultura occidentale, ne vive implicitamente i valori.
In Burkina Faso, dove il cristianesimo è minoranza, le differenze sono evidenti. Le religioni più diffuse sono quelle tradizionali e l’Islam. Le prime non hanno templi, strutture e sacerdoti, sono vissute a livello familiare e di villaggio, e sono fortemente legate alle antiche culture africane che non aprono lo sguardo oltre l’orizzonte del villaggio. La religione in questo contesto esercita una forza conservatrice. L’Islam, pur essendo arrivato più recentemente e, talvolta, dopo l’evangelizzazione operata da missionari, spesso legati ai colonizzatori europei, non ha quell’immagine totalizzante e talebana con cui la conosciamo in molti dei paesi in cui ha la maggioranza. Tra le religioni c’è un rapporto pacifico, e spesso appartenenti all’una o all’altra si trovano insieme per manifestazioni e feste. Anche l’Islam si è ben inserito nella cultura africana, portandovi soprattutto molte attività commerciali, ma lasciando intatti i modi di vivere e le relazioni.
Dalla Libia di Gheddafi fu costruita, qualche anno fa, una grande strada che attraversa il paese da sud a nord, e che, nelle intenzioni del leader libico, doveva arrivare fino a Tripoli. Vicino a questa strada, quasi in ogni villaggio si sono costruite anche delle piccole moschee. La popolazione delle campagne è molto povera, analfabeta per il 95 per cento, non ha acqua potabile scarseggiano le scuole e i servizi sanitari, la mortalità infantile è molto alta, l’età media è intorno ai 45 anni. La donna, ancora adolescente, è spesso venduta dalla propria famiglia ad un’altra, per andare sposa ad un uomo che non ama, che talvolta ha altre mogli, e si dedica interamente ai lavori della casa e dei campi e a fare e educare figli, che appartengono al marito. Non esistono industrie, a parte alcune miniere d’oro, date in concessione dal governo a società per lo più straniere che sfruttano il territorio inquinandolo e il lavoro di uomini donne, bambini e bambine. L’organizzazione sociale sta passando da quella tipica del villaggio con i capi tradizionali, a quella istituzionale con il comune, la prefettura, ecc. Al momento i due sistemi convivono pacificamente. Su tutte queste situazioni le religioni tradizionali e l’Islam non intervengono, anzi, non mettendo in discussione il sistema, lo confermano e lo consolidano.
Da poco più di due anni, a Yalgo, è partita la missione cattolica, guidata da due preti locali, l’abbè Clement e l’abbè Bruno. Non si è partiti con la costruzione della chiesa, ma dalla escavazione di pozzi per l’acqua potabile, la costruzione di scuole e di servizi sanitari per bambini malnutriti, per aiutare le mamme a partorire e per curare le malattie più diffuse: malaria, diarrea, cecità… I servizi sono gratuiti o disponibili a prezzi bassissimi per chi può, aperti a tutti coloro che ne hanno bisogno, senza badare all’appartenenza religiosa. Quattro suore americane hanno assunto la direzione dei servizi sanitari. I catechisti, coppie di giovani sposi formati ad una scuola diocesana residenziale di 4 anni, si sono sistemati in alcuni villaggi (26) e hanno iniziato il lavoro di evangelizzazione, costituendo delle piccole comunità di catecumeni sempre in crescita. E’ possibile vedere, quando la comunità si raccoglie, coppie di giovani che si tengono affettuosamente per mano, cosa prima mai vista. Alla scuola primaria e media si incontrano bambini e ragazzi delle tre religioni, senza che le differenze pesino sulle relazioni. Le scuole hanno contribuito notevolmente a togliere i bambini e le bambine dallo sfruttamento. Il dono di biciclette portate laggiù con i nostri container, ha portato da 17 dello scorso anno a 48 di quest’anno gli iscritti alla 1a media. L’istruzione, soprattutto delle donne, sarà un potente volano di promozione umana.
Potremmo dire che a Yalgo il vangelo ha fatto incontrare persone che prima vivevano isolate, le ha aiutate a scoprire e manifestare sentimenti umani fondamentali, a condividere idee e speranze, le ha tolte dalla rassegnazione e le ha aperte alla fiducia in se stesse e negli altri, le ha coinvolte in percorsi comuni di promozione, di liberazione e di speranza.
Quando si dice che il vangelo è una “buona notizia”, proprio questo si intende! Il vangelo e la religione cristiana non servono mai, né in Africa, né da noi, a lasciare le cose come stanno, ma a farle evolvere verso un bene comune maggiore. Noi, dalla nostra comunità, abbiamo inviato persone e cose che hanno contribuito a questo loro cammino, ma forse dovremmo anche metterci in ascolto della loro esperienza per rivedere positivamente il nostro modo di vivere.

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