Attualità (17-04-2016)

L’ANNUNCIO DELLA  MISERICORDIA DI DIO

La comunità cristiana, che rende testimonianza della misericordia di Dio, non predica solo la verità più profonda a proposito di Dio, ma predica anche la verità più profonda a proposito dell’uomo. La verità su Dio è infatti che Dio è amore, che dona se stesso e che è sempre pronto a perdonare (1Gv 3,8.16). La verità sull’uomo è che Dio ci ha meravigliosamente creati nel suo amore, non ci ha abbandonati nemmeno quando ci siamo allontanati da lui e anzi ha di nuovo ristabilito misericordiosamente in modo mirabile noi e la nostra dignità. Egli è disceso nei bassifondi in cui eravamo finiti per ricondurci a lui e attrarci vicino al suo cuore. Là possiamo trovare definitivamente riposo e pace. Dice S. Agostino nelle sue Confessioni: Ci hai creati per te e il cuor nostro è inquieto finchè non riposa in te”.
Possiamo predicare in modo credibile questo messaggio della misericordia solo se il nostro linguaggio è caratterizzato dalla misericordia. Dobbiamo discutere con gli avversari del vangelo, oggi numerosi e spesso presenti anche all’interno della comunità dei credenti, quando affermano il primato delle tradizioni sull’ascolto della parola di Dio, o quando affermano la necessità di respingere i migranti dai nostri paesi, con la fermezza per quanto riguarda la sostanza, ma non in termini aggressivi, e non dobbiamo ricambiare male con male.
Papa Francesco ha espresso la necessità di accoglienza nella comunità cristiana delle persone solitamente escluse anche nella recente esortazione postsinodale “Amoris Laetitia”.
La chiesa non guarda al mondo moderno solo negativamente, come decadenza. La Chiesa apprezza le legittime esigenze dell’uomo di oggi e i progressi in umanità che ci sono nella modernità, ma ne affronta anche i problemi e le ferite con misericordia.
Il Concilio Vaticano II° ha superato le vecchie modalità di dialogo fatte di contrapposizioni e di condanne ed ha proposto un nuovo stile di dialogo, che non significa relativizzazione della verità e mascheramento delle differenze e dei contrasti. Un dialogo al quale non interessi la verità non meriterebbe questo nome. Un dialogo correttamente inteso presuppone un cuore capace di ascoltarsi reciprocamente, per arivare, per quanto possibile, ad una intesa.
E’ necessario dire la verità nell’amore e con amore; solo così essa può diventare attraente e testimoniante; solo così essa potrà essere compresa e accolta per quello che è, cioè come verità che salva.

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