Attualità (17-11-2013)

IL FUOCO DEL VANGELO

Ho vissuto a lungo in una casa come una volta, con il camino a legna, e spesso mi capitava di stare nel “canto del fuoco” a leggere, meditare, pregare. Dal camino ho maturato un’immagine: la cenere è la chiesa, la brace che ci sta sotto è il Vangelo.
Spesse volte la chiesa, intesa come popolo di persone, si presenta come una realtà misera, inadempiente rispetto alla sua vocazione, “luce del mondo e sale della terra”, e, nonostante ciò, necessaria per il vangelo, perché è la chiesa che lo conserva e lo trasmette da una generazione all’altra (questa è la vera “Tradizione”). E’ la chiesa che consente ad ogni uomo di conoscere il vangelo di Gesù, è lei che con i sacramenti, la predicazione la carità e la testimonianza dei fedeli lo rende presente e operante nella storia dell’umanità.
Non sempre la chiesa assolve a questo compito affidatole da Gesù ( “Andate, annunciate il vangelo a tutte le genti…) con fedeltà e trasparenza. I suoi legami col potere e la ricchezza, il suo badare più all’esteriorità dei riti e delle cerimonie fanno sì che il fuoco del vangelo nella comunità cristiana produca più cenere che fiamma. Perché il fuoco può essere fiamma che risplende, riscalda e illumina, oppure brace che si consuma sotto la cenere che si accresce sempre di più.
Sì, la chiesa può seppellire e nascondere il vangelo nella cenere che è essa stessa, quando è ripiegata su se stessa e sulle sue tradizioni, e, allora, dal fuoco non viene più né luce né calore.
Ma la brace rimane e qualche fiammella è portata da uomini e donne che con le loro mani la proteggono dai colpi di vento che potrebbero spegnerla. Sono fiammelle piccole di vangelo vissuto ogni giorno da tanti cristiani nella carità e nell’accoglienza, nella perseveranza, nell’umiltà e nella piccolezza.
Si dirà che è un fuoco debole, incapace di raggiungere grandi folle. E’ la realtà della chiesa: tanta cenere che copre la brace, la custodisce: il fuoco del vangelo è conservato.
Questa situazione a volte dura decenni, secoli: la cenere sembra tantissima, il fuoco sembra spento e la chiesa sembra buia e gelida. E poi ecco ad un tratto un po’ di vento che alza la cenere e scopre i carboni che riprendono ad ardere; ecco qualcuno che smuove la cenere in modo che il fuoco si accende e divampa e vi mette sopra un altro pezzo di legno, e la fiamma diventa più grande, luminosa e calorosa. E’ quanto hanno fatto tanti santi nella storia della chiesa: Francesco d’Assisi, Caterina da Siena e tanti altri. Altre volte, come in una Pentecoste il vento dello Spirito muove la cenere e fa emergere la brace che, con l’ossigeno dell’aria, riprende a fare la fiamma. E’ stato così con Papa Giovanni e il Concilio, anche se successivamente si è cercato di ricoprire la fiamma con la cenere.
Santi, Papi e semplici fedeli che non hanno portato nella chiesa un loro fuoco, ma hanno cercato quello che la chiesa già possedeva e custodiva, coperto dalla cenere, facendolo riemergere e alimentando la sua fiamma.
Il fuoco del vangelo, nella chiesa resta sempre, non viene mai meno. Anche quando la cenere fosse una montagna, sotto di essa il fuoco non finisce; aspetta sempre qualcuno che lo cerchi, lo scopra e gli permetta di ardere.
Rimuovere la cenere è compito di ogni cristiano: se cerca il fuoco, se cerca il vangelo. Papa Francesco sembra essersi assunto proprio questo compito, e noi ci uniamo volentieri a lui.

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