Attualità (22-03-2020)

RIFLESSIONI NEL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Ci troviamo in una situazione di grave crisi, ma non di tragedia. Ogni crisi depura e libera energie costruttive. Crisi significa transizione, passaggio. Stiamo passando da una concezione della storia legata alle culture, alle religioni, agli stati nazioni, alle classi sociali e alle persone di riferimento, ad una storia collettiva e planetaria della specie umana. Siamo all’interno di un processo evolutivo che comprende la vita, l’essere umano, il pianeta e la loro genesi.
Ogni passaggio comporta rischi e opportunità. Si dà l’opportunità reale che si costruisca una geo società umana, unitaria nella sua sostanza e diversificata nelle sue manifestazioni, con un futuro promettente per tutti. Ma c’è anche il rischio che ogni popolo veda solo se stesso e cerchi un’autoaffermazione a scapito degli altri, perdendo la coscienza del fatto che formiamo un’unica grande famiglia ¬ la famiglia umana – assieme alla comunità della vita della quale siamo un membro e un semplice anello.
Ogni transizione possiede una dimensione di continuità e una di novità. Siccome continuità e novità sempre coesistono, può capitare che il passaggio sia drammatico. Cosa prevarrà: la continuità o la novità? Se predominerà la continuità, la crisi si aggraverà e appariranno elementi distruttivi. Se trionfa la novità, si accenderà una speranza e si aprirà una nuova strada.
In concreto noi ci troviamo già dentro il nuovo: la fase planetaria. Urge darle consistenza perché si lasci dietro la continuità con il passato e inauguri effettivamente il nuovo, il balzo in avanti e verso l’alto così che diventi un processo irreversibile.
Tutti noi siamo passeggeri di una nave spaziale, la nostra casa comune, la Terra, dotata di risorse limitate, segnata da sovrappopolazione e rischi minacciosi che potremo evitare solo attraverso virtù come l’ospitalità, la convivenza, la tolleranza, il rispetto del diverso, la condivisione della stessa mensa e la cultura della pace. Dobbiamo, inoltre praticare le virtù dell’era ecologica: l’impegno, la corresponsabilità, la cooperazione e il rispetto. In tal modo si creeranno le condizioni per una nuova rinascita.
Cresce sempre di più la consapevolezza che scienza, tecnologia, economia, finanza e mercato, pur imprescindibili, non sono sufficienti per conferire un volto umano alla globalizzazione. Ci vuole una dimensione spirituale, etica ed estetica che dia direzione e senso alle altre istanze. Le nostre sfide di ordine ecologico, economico, politico, sociale, etico e spirituale sono tra loro intimamente connesse. Soltanto una visione olistica e soluzioni includenti fanno giustizia a questa complessa realtà planetaria.
Questa rete di connessioni potrà essere ordita unicamente se cercheremo di attenerci al seguente ordine: se il bene particolare è ordinato al bene comune, se l’economia è sottomessa alla politica, se la politica è retta dall’etica e se l’etica si spira a una spiritualità, vale a dire a un’ottica nuova riguardo all’universo, al luogo che l’essere umano vi occupa e al mistero dell’esistenza. Da secoli abbiamo fatto espandere il campo dell’economia e della politica, mentre abbiamo lasciato anemizzare le sfere dell’etica e della spiritualità. Questa asimmetria sta all’origine dell’attuale crisi di civiltà e della perdita di senso e dell’orizzonte utopistico della storia umana.
Vogliamo impegnarci, teoricamente e praticamente a riscattare l’etica e la spiritualità come base per costruire un tentativo di civiltà sostenibile e grazie al quale per la biosfera, la comunità di vita e l’intera umanità si prospetti un futuro per il quale vale la pena lottare.

One Reply to “Attualità (22-03-2020)”

  1. Guido Donatelli

    Penso che come in molte altre pagine del vangelo è per noi una cosa scontata alla luce di secoli di diffusione della parola riconoscere Gesù come figlio di Dio, mentre penso che i suoi contemporanei farisei scribi e vari sacerdoti del tempio, lo vedessero un po’ come noi vediamo l’insegnamento dei testimoni di Geova, e non fosse accettato come anche la chiesa di oggi per esempio non accetta subito le varie apparizioni di Maria. Era un personaggio troppo nuovo e scomodo anche nei suoi miracoli in giorno di sabato. In qualche modo viene da pensare di immedesimarci se anche noi fossimo vissuti in quel tempo cosa avremmo pensato. Ringraziamo però il tempo presente e la luce dello Spirito Santo che ce lo fanno riconoscere come Egli è.

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