Attualità (27-10-2019)

LA GRANDEZZA DEI PICCOLI

“Se non diventerete come bambini, non entrerete…”. Il Regno di Dio è di quelli che, come i piccoli, si affidano con fiducia. I bambini sono creature che hanno bisogno degli altri: sono oggettivamente deboli. Un bambino vive grazie alla cura dei grandi. La sua debolezza è la sua vera forza.
I grandi, invece non hanno bisogno degli altri; bastano a se stessi; la considerazione che hanno per il loro io li rende capaci di illudersi; pensano di essere perfetti e di non sbagliare mai. Non hanno bisogno neanche di Dio e della sua salvezza: Dio può salvare solo quelli che si sentono perduti, che sentono di non potercela fare da soli ad affrontare la vita. E allora è Dio che guarda a loro, come nel caso di Zaccheo è Gesù che lo vede sull’albero, e lo rende oggetto di considerazione, e si invita a casa sua. Fragili, i piccoli non si vergognano di aver bisogno di Dio. Dio può fare qualcosa per loro. Può ascoltare le loro richieste. Così può accadere che le povere parole di un pubblicano, consapevole di essere peccatore, commuovano Dio per la loro mancanza di pretese e che invece la preghiera di un uomo (o una donna) religioso non giunga a Dio.
I piccoli sono capaci di stupirsi di fronte alle grandezze che Dio fa loro sperimentare, all’amore, alla bellezza, all’amicizia… sanno accorgersi che lungo le loro giornate il Signore ha disseminato i suoi doni e si accompagna a loro tante volte. E sanno gioire di questa compagnia discreta, possibile e quotidiana.
Essere piccoli significa stare di fronte alla vita senza pretese, con fiducia e con gratitudine; i piccoli non hanno meriti da accampare, ma pensano che la misericordia di Dio fa ben più miracoli che la loro bravura.

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