Attualità (28-02-2016)

LA MISERICORDIA NEI SALMI

I salmi parlano in molti passi della misericordia di Dio con un meraviglioso linguaggio poetico: “Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti” (Sal 25,10). “Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi” (Sal 36,6). “Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore” (Sal 103,8; 145,8). “Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore é tenero verso quelli che lo temono” (Sal 103,13). Come già avviene nei profeti, così anche nei salmi sono costoro quelli che vengono ascoltati, consolati e aiutati da Dio (Sal 9,10.19; 10,14.17; 22,25; 113,4-8 ecc.).
Accanto alla lode per la misericordia risuona di continuo l’invocazione “Abbi pietà di noi, o Signore” (Sal 4,2; 6,3 ecc). Particolarmente eloquente è l’inizio del celebre salmo Miserere, che è attribuito a Davide, dopo che egli aveva commesso adulterio con Betsabea, la moglie di Uria, e dopo che il profeta Natan l’aveva chiamato a renderne conto: “Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità” (Sal 51,3). Verso la fine l’umile invocazione è di continuo sostituita dalla manifestazione di gratitudine e dal grido di giubilo: “Rendete grazie al Signore, perché è buono, perchè il suo amore è per sempre” (Sal 106,1 107,1). Il Sal 136 ripete tale grido di giubilo ben ventisei volte. Perciò i salmi sono un unico inno di lode della misericordia di Dio.
Il libro della Sapienza riprende tale inno di lode della misericordi8a: “Ma tu, nostro Dio, sei buono e veritiero, sei paziente e tutto governi secondo misericordia” (Sap 15,1).
Negli ultimi tempi di Israele il popolo minuto era impoverito ed era disprezzato dai ricchi e dalli classi istruite. Esso formava il gruppo dei “poveri”, piccoli, svantaggiati, oppressi, miti e umili, che nel mondo non avevano nulla da attendersi e che riponevano tutta la loro speranza in Dio Anche la comunità di Qumran rientra in questo contesto. A questi poveri e piccoli, il Messia, secondo il terzo Isaia, è inviato per portare la buona notizia e per risollevare tutti coloro che hanno il cuore affranto; egli predicherà la liberazione ai prigionieri e la scarcerazione agli incatenati, e consolerà gli afflitti (Is 61,1-3). Delle persone pie e semplici che attendevano il Messia, facevano parte, nel nuovo Testamento anche Simeone e Anna (Lc 2,25-38. Gesù ha ripreso questa aspettativa e ne ha collegato l’adempimento con la propria venuta. Egli si sa inviato a portare una buona notizia ai poveri (Lc 4,16-21).
Il messaggio della misericordia di Dio attraversa tutto l’antico Testamento e manifesta al popolo infedele, nonostante la sua infedeltà, la propria misericordia, al fine di dargli una possibilità di convertirsi.
Egli è il protettore e custode dei poveri e dei diseredati. Soprattutto i salmi sono la controprova decisiva dell’affermazione, secondo la quale il Dio dell’antico Testamento è un Dio geloso della vendetta e dell’ira. Il Dio dell’antico Testamento è piuttosto, dal libro dell’Esodo ai Salmi, “misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore” (Sal 145,8).

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