Attualità (31-03-2019)

RIPENSARE LA PARROCCHIA

Ci si preoccupa del calo delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. E’ giusto che ci si domandi quali sono le cause dipendenti da noi, dalla nostra cultura e dalla testimonianza delle nostre comunità. E’ certo, tuttavia, che il Signore nella sua provvidenza non farà mancare alla sua chiesa, le persone necessarie per annunciare il Vangelo e celebrare i sacramenti. Allora si pone una questione: cosa vuol dire il Signore con questi segni? Al tempo della chiesa primitiva, l’apostolo Pietro rispose a questa domanda demandando il servizio delle mense per i poveri ai diaconi e riservando agli apostoli (vescovi) e ai presbiteri (preti) il compito di pregare e annunciare la parola di Dio. Quindi, S. Pietro, illuminato dallo Spirito Santo, decise che i vescovi e i preti non dovevano fare i burocrati, i notai delle pubbliche cerimonie, come diceva don Tonino Bello, gli amministratori, i manager, i tuttologi…, ma devono impegnarsi per il Signore, continuando il compito di Gesù: pregare, annunciare il vangelo, incontrare i poveri.
I laici non sono la fanteria della chiesa, ma sono i responsabili, da laici, della vita della chiesa. Il Battesimo li ha costituiti “sacerdoti, re e profeti”, doni da esercitare in comunione con la gerarchia per amore del Signore e dei fratelli, senza cadere nella clericalizzazione.
Il Concilio ha detto con chiarezza che tutta la Chiesa è missionaria, che l’evangelizzazione con la parola e la testimonianza, è il segno più evidente dell’identità cristiana. Il Concilio ha anche affermato che la gerarchia è a servizio della crescita umana e cristiana dei fedeli laici.
L’esperienza delle chiese di missione ci insegna che parrocchie estese per decine di chilometri e con numerosa popolazione, rette da qualche prete, sono seguite e guidate da “animatori” che trovano il loro centro di unità nella parrocchia.
I preti visitano le cappelle, formano gli animatori, catechizzano il popolo e celebrano i sacramenti.
La chiesa non è formata dalle sue strutture, parrocchie, conventi, monasteri, ecc, ma dall’amore a Cristo e si esprime visibilmente nell’unità e nella comunione dei suoi membri. E’ attenta ai più poveri e al creato e si impegna a realizzare la giustizia, la libertà e la pace. Le chiese e le cappelle prive di preti potrebbero divenire luoghi di incontro di fratelli di fede, guidati da un animatore adeguatamente formato al servizio della comunità.

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