Attualità (6-03-2016)

LE PARABOLE DELLA MISERICORDIA

Gesù ha spiegato nel modo migliore il messaggio della misericordia nelle sue parabole: in primo luogo in quella del samaritano e del figlio prodigo.
Nella prima Gesù ci presenta come esempio di misericordia proprio un samaritano. I samaritani non erano considerati veri ebrei, ma quasi come dei pagani. Perciò dovrebbe essere suonato come una provocazione il fatto che prima un sacerdote e poi un levita siano passati accanto alla vittima stesa lungo il ciglio della strada, senza curarsi di lei, mentre proprio un samaritano se ne prese cura. Il samaritano non tira diritto davanti all’uomo brutalmente ferito, che giace impotente al suolo. Appena lo vede è preso da compassione, dimentica i suoi affari, per cui si trova in cammino, si piega a terra, gli presta aiuto e gli fascia le ferite. Poi paga generosamente l’oste per le cure e per l’assistenza che gli presterà.
Gesù racconta questa parabola per rispondere alla domanda: chi è il mio prossimo? E la risposta è: non una persona lontana, ma colui per il quale tu ti fai prossimo. Gesù non predica un amore dei lontani, ma un amore dei vicini, che non è legato a vincoli familiari o di amicizia, a un’appartenenza religiosa o etnica, ma ha il suo criterio nell’uomo sofferente e bisognoso che incontriamo per via.
Con la parabola del figlio prodigo Gesù reagisce alla sdegnata mormorazione degli scribi e dei farisei, che si scandalizzano per il fatto che egli frequenta peccatori e mangia con loro. Così facendo egli viola, a loro parere, la giustizia prescritta dalla legge. Ma con la sua parabola egli impartisce ai mormoratori una lezione. Il suo comportamento esprime la giustizia più grande e superiore del Padre celeste. Sembra voler dire: il modo in cui mi comporto è lo stesso in cui anche Dio si comporta con i peccatori e quanti sono ritenuti tali.
Sarebbe meglio chiamare questo racconto parabola del Padre misericordioso. In essa i termini giustizia e misericordia non compaiono, ma vi è descritto tutto il dramma che si svolge tra l’amore del Padre e la perdizione del figlio, che ha sperperato con una vita allegra e dissoluta l’eredità paterna e ha così perso i suoi diritti di figlio; egli non può più avanzare alcuna giusta pretesa nei confronti del padre.
Tuttavia il padre è e rimane il padre, così come il figlio rimane il figlio.
Quando il padre vede da lontano il figlio, è preso da compassione. Non aspetta che arrivi, ma gli va incontro, gli salta al collo e lo bacia, lo veste, gli mette l’anello, gli riconosce la dignità di figlio.
In questa parabola la misericordia del Padre è la giustizia più grande: la misericordia è la realizzazione perfetta della giustizia.
Gesù dice: Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre mio”, E presenta se stesso come modello: “Come agisco io, così agisce il Padre, e allo stesso modo dovete agire voi”.
Gesù vuol dire a ciascuno di noi: nel figlio prodigo è narrata anche la tua storia: Anche tu sei questo figlio prodigo, anche tu devi convertirti. Ma non temere. Dio stesso ti viene incontro e ti accoglie fra le sue braccia. Egli non ti umilia e ti ridà la tua dignità di figlio.

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