Attualità (8-06-2014)

I RAGAZZI E INTERNET

I ragazzi di oggi sembrano avere una familiarità senza precedenti con la tecnologia e spesso i genitori fanno fatica a guidare i figli sulla via giusta e a intercettare per tempo eventuali disagi. Tale familiarità comporta dei rischi, che non sono solo quelli di orchi e pedofili, ma anche i disturbi da dipendenza, invio e ricezione di immagini sessualmente esplicite (sexting), reputazione, virus e furto d’identità.
Internet è un bene, una conquista della pluralità di espressione. Abilita nuove forme di socializzazione, insegna e stimola la condivisione aperta di idee e informazioni. Genitori ed educatori dovrebbero incoraggiare i ragazzi ad un uso sano e positivo della rete. Un po’ perché apre la mente, un po’ perché si insinua sempre più nella società, un po’ perché qualsiasi lavoro richiederà la conoscenza della rete; chi la ignora sarà svantaggiato e isolato.
E’ un mondo molto dinamico, che cambia velocemente, e i ragazzi stanno al passo in maniera naturale. Spesso però i genitori non riescono a stare dietro a questo cambiamento dal ritmo incalzante. Negli anni si è creato un gap generazionale tra genitori e figli, e i primi, se non si aggiornano, perdono gli strumenti per apprezzare appieno le dinamiche della rete.
Internet, peri ragazzi, è luogo per incontrarsi, conoscersi, esprimersi e sperimentarsi. Una nuova affascinante modalità di comunicazione. Ma ci sono anche degli aspetti negativi. Per questo è importante che genitori ed educatori abbiano accesso ai social della rete per farli propri. Conoscendo le dinamiche che li animano, saranno in grado di capire bene come funzionano e aiutare i ragazzi. E’ importante instaurare un dialogo vero, senza porre limiti assurdi e anacronistici, lasciandoli liberi di esprimersi, ma allo stesso tempo essere presenti e competenti per assicurarsi che non imbocchino vicoli bui., consigliarli senza farli sentire in colpa. Spesso accade che sono i ragazzi a insegnare ai grandi le nuove vie della rete.
Ancora una volta ci rendiamo conto che per essere al passo dei tempi, bisogna essere disponibili alla novità e al cambiamento, che il modello non sta nel passato, nella ripetizione, ma nell’apertura alle novità e nella capacità di discernere il buono e l’utile anche quando è nuovo.

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