E’ Domenica (10-10-2021) – XXVIII domenica del tempo ordinario anno b

COMMENTO AL VANGELO – XXVIII DOMENICA T.O.

Nella XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, il brano del Vangelo secondo Marco continua nella sua narrazione del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, dove avrà luogo la sua passione, morte e risurrezione.
Durante il cammino, Gesù viene fermato da un uomo, che gli chiede cosa fare per avere la vita eterna. Gesù inizia ad elencargli i comandamenti, che l’uomo conosce ed osserva. Allora Gesù aggiunge un altro tassello che va a integrare i comandamenti e a rendere più completa la sua fede: la condivisione delle proprie ricchezze con gli altri. Non si parla soltanto di denaro e ricchezze materiali, ma di tutti i doni che il Signore ci ha dato e che dobbiamo mettere a disposizione di chi ne ha bisogno, senza esigere niente in cambio. Le parole di Gesù ci fanno capire come una fede matura non possa prescindere dalla condivisione, dal servizio al prossimo. Se le ricchezze che abbiamo in noi le conserviamo gelosamente soltanto per noi stessi, esse non hanno più valore, si sviliscono nel nostro egoismo. Se, invece, rendiamo il nostro prossimo partecipe dei doni che abbiamo ricevuto da Dio, viviamo una fede più sincera, in sintonia con le parole di Gesù.
“Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri”, dice Gesù a quell’uomo, amandolo, per indicargli una nuova prospettiva di vita. Una nuova vita che si distacchi da tutto ciò che ci trattiene a terra per poter vivere “leggeri”, più vicini a Lui. L’uomo del brano del Vangelo, però, non riesce a compiere questo passo, a prendere questa decisione. Gli sembra probabilmente troppo drastica e preferisce rimanere con le sue sicurezze, date da ciò che possiede; non si abbandona con fede a seguire Gesù. Raccogliendo l’invito di Gesù a fare dono di sé agli altri, invece, si scopre la bellezza dell’amore di Dio e si mette in pratica la nostra vocazione missionaria verso chiunque si trovi a camminare sulla nostra strada.

XII domenica del tXXVIII domenica del tempo ordinario anno b – clicca sopra per leggere la parola di Dio

PRESENTAZIONE DI Don AiméDieudonné

“… proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.” (Filippesi 3:12)
Sono nato a Nyamata (nel Sud del Ruanda) il 27 gennaio 1993. Io e la mia sorella Roseline siamo stati educati e cresciuti cristianamente dai nostri genitori Donatien e Cécile, benché i loro (i nostri nonni) non fossero cristiani. La tragedia del genocidio contro i tutsi ha distrutto il nostro paese quando avevo solo un anno. Tutta la mia famiglia, come tanti altri ruandesi siamo stati costretti a rifugiarsi nella Repubblica Democratica del Congo(RDC) per 2 anni. Rientrati in paese, siamo andati a vivere nel villaggio di NYAMIYAGA dove fino ad oggi abita il mio padre. Questo villaggio si trova nella provincia del nord del Ruanda. La nostra diocesi è Byumba, solo dal 2006 abbiamo la parrocchia di Nyinawimana. Prima facevamo parte della parrocchia cattedrale di Byumba e per andare alla parrocchia era molto lontano e ci si andava soltanto per alcune occasioni. Alla nostra chiesa, allora succursale, avevamo la messa solo 3 volte l’anno più altri 3 volte per i sacramenti dell’iniziazione(battesimo, cresima e prima comunione). Forse questa mancanza di sacerdoti è stata la prima provocazione della mia vocazione.
Le scuole elementare le ho fatte alla scuola elementare di Nyinawimana, costruita 100mt vicino alla chiesa in cima al monte. Da lunedì a venerdì andavo in cima a questo monte per la scuola, e sabato e domenica per il catechismo e per la celebrazione della liturgia della Parola. Nei pomeriggi come tutti i bambini della mia età bisognava andare alla sorgente a prendere l’acqua per cucinare e lavarsi. Ovviamente trovavamo anche il tempo per stare insieme e giocare. Con la fondazione della nostra parrocchia, anche la nostra comunità ha ottenuto la possibilità mandare i ragazzi in seminario minore. Era il giorno della mia cresima. Ho fatto l’esame d’ingresso in seminario minore di Rwesero e sono entrato. Durante il tempo della scuola media spesso nella vita di un adolescente le cose cambiano. La prima cosa diventare il prete non era più il mio desiderio! Volevo diventare un medico, il dottore. L’altra cosa sono entrato negli scout. Diventare scout mi ha aiutato a scoprire tante cose su di me come l’essere un animatore, non vergognarsi a parlare davanti tante persone, prendere cura e aiutare l’altro, divertirsi attraverso i giochi che non sono il calcio o pallavolo, essere gioioso e non permaloso ! Gli scout ci offrivano anche alcuni momenti di preghiera. Durante le vacanze partecipavo alle attività proposte dalla parrocchia per gli studenti in vacanze; recite teatrali, pomeriggi insieme ascoltando la musica e ballando, e incontri di riflessione. Come seminarista, poi ogni tanto andavo a dare una mano alle altre attività pastorali. Fare questi incontri era un modo per vederci come studenti e stare insieme. Verso la fine delle superiori, sempre in seminario, abbiamo fatto un ritiro con il tema “Segnarsi”. Dopo qualche anno in seminario non mi ero mai fermato a pensare quel gesto che si faceva tutti giorni; il segno della Croce. Durante la meditazione personale mi sono messo a contare quanti segni della croce si faceva al giorno. Senza contare quelle fate nella preghiera personale ne ho contate 25. Da quel giorno ho iniziato a ripensare e curare di più la mia vita di preghiera. Mi era tornato nel cuore e nella testa quell’entusiasmo che mi aveva fatto entrare in seminario.
Finito il seminario minore, a 18 anni, ho deciso di entrare in seminario maggiore per potere mettere tutto me stesso al servizio di Dio attraverso la sua Chiesa. Non ero tanto convinto di farcela ma mi sono fidato. Dopo una anno di riflessione nel seminario propedeutico, il mio vescovo in Ruanda mi ha mandato a continuare la formazione qui a Lucca nel seminario arcivescovile insieme con il mio confratello Revocat. Abbiamo avuto una accoglienza molto calorosa e piena di affetto da tutta la comunità del seminario. L’anno dopo sono stato affidato alla parrocchia di Marlia, che mi ha accolto e accompagnato come un figlio. Nel mio cammino come seminarista ho avuto la grazie di incontrare delle persone che con il loro esempio di vita quotidiana mi hanno aiutato a maturare il mio desiderio di diventare sacerdote.
Ho studiato Teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano affiliato alla Facoltà di Teologia d’Italia Centrale. Dopo il diaconato, i miei due vescovi, Mgr Serviliano (Byumba) e Mgr Paolo (Lucca), hanno concordato che io continui la formazione con lo studio di filosofia alla facoltà di filosofia presso l’Università di Pisa. Questo nuovo percorso di studio lo farò insieme con il servizio pastorale qui nella diocesi di Lucca. La vita è un cammino dove il Signore si affianca a ciascuno di noi per ricordargli di Lui. Siamo noi che dobbiamo riuscire a dire “resta con noi Signore”.

AVVISI
Lunedì 11 – alle 21 a Piano del Quercione riunione genitori dei ragazzi di IV elem di PdQ.
Alle 21 in Canonica a Massarosa riunione preparazione al Battesimo.
Martedì 12 – alle 21 in Canonica a Massarosa incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Alle 21 riunione del Centro ‘ti ascolto’ nel Don Bosco.
Mercoledì 13 – agli Sterpeti incontro genitori di 3a elementare di Massarosa a Bozzano. Ore 20 cena al sacco e alle 21 riunione.
Giovedì 14 – alle 20,30 in Chiesa a Massarosa prove di prima Comunione.
Sabato 16 – alle 15,30 a Bozzano ritiro ragazzi di 1a Comunione.
Domenica 17 – alle ore 8 non c’è la Messa a Massarosa, dove alle ore 9 e 11 ci sarà la Messa di 1a Comunione (ingresso solo su prenotazione dei familiari dei ragazzi di 1a Comunione).
A Montigiano alle 9,30 Messa nel 50° di Matrimonio di Luciano e Egle.
Giovedì 21 – alle 21 a Gualdo nella sala parrocchiale incontro sulla parola di Dio della domenica.

Domenica 10 A Massarosa apertura straordinaria al Don Bosco del mercatino dell’abbigliamento dalle 8,30 alle 12 e dalle 15 alle 19 . Domenica 17 dalle 15 alle 19.

SABATO 23 OTTOBRE IL GRUPPO MINISTRI DEGLI INFERMI ORGANIZZA UNA GITA ALL’EREMO DI CALOMINI IN MACCHINA. Partenza alle 8,30 dal Piazzale davanti alla Misericordia Messa a Calomini verso le 10,30, pranzo in Agriturismo e rientro nel pomeriggio a Massarosa. Chi è interessato a partecipare con la propria macchina e desidera poi fermarsi anche al ristorante lo faccia sapere entro Domenica 17 a Don Michelangelo. Prezzo del pranzo € 25 (solo 40 posti) e come si dice “chi primo arriva prima alloggia”. Le spese della macchina sono da dividere con i rispettivi passeggeri.

2 Replies to “E’ Domenica (10-10-2021) – XXVIII domenica del tempo ordinario anno b”

  1. Mary Coppolecchia

    Le letture di questa domenica sono ricche di insegnamenti e sono bellissime .La prima lettura ci propone il re Salomone che fa un grande elogio della Sapienza di Dio , e afferma che l’ha preferita a scettri e a troni;infatti nel 1 libro dei Re si dice di Salomone “Dio gli disse: «Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause ecco faccio come tu hai detto, ti concedo un cuore saggio e intelligente, come te non ci sarà alcuno prima di te né sorgerà dopo di te ”
    Questa sapienza non si può paragonare ai beni terreni, alle gemme preziose, alla salute perché dona una ricchezza incalcolabile ed è un dono che viene dall’alto, è uno dei doni dello Spirito Santo e dunque è Dio stesso.
    Se colleghiamo la prima lettura al Vangelo anche qui troviamo un grande riferimento alla ricchezza dei beni terreni , in questo giovane che vuole seguire Gesù e che gli chiede cosa deve fare. È un bravo ragazzo perché già segue i precetti della Legge e siccome ha capito che questo rabbi è una persona speciale , compie segni, parla con autorità lo chiama maestro buono perché ne ha stima e vuole chiedere a lui come fare un passo in più per avere la vita eterna ….Gesù fa due cose : primo , lo rimprovera e gli dice che solo Dio è buono e poi lo guarda con intensità , (l’evangelista Marco addirittura dice “lo amò “) …prima di chiedere di abbandonare le ricchezze .. e lui se ne va triste perché aveva molti beni.
    Le parole di Gesù riguardo ai ricchi sono macigni , sono lapidarie e perfino i discepoli dicono “ ma allora chi si salverà “ ..la risposta di Gesù ,dopo che li ha visti così sconcertati è di un amore infinito, che non lascia loro e noi nello sgomento e nella tentazione : nulla è impossibile a Dio..come la nascita di Isacco , come l’annunciazione a Maria…ci possiamo salvare se chiediamo al Padre ,come Salomone, la Sapienza che vale più di ogni ricchezza, che ci genera alla Luce che non tramonta e cioè alla vita eterna .

  2. Riccardo

    <<Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».

    Ecco un altro brano del Vangelo che va letto con il cuore, cercando con l'anima tra una parola e l'altra per coglierne l'enorme significato.

    Innanzitutto Gesù CERCA il giovane perchè sente probabilmente che, al di là del suo dichiararsi fedele esecutore dei Comandamenti, c'é in lui un disagio e un'irrequietezza interiore ; un non sentirsi se stesso che forse nasce dalla consapevolezza che possiede materialmente molto ma che gli manca qualcosa di intangibile, che non appartiene al mondo materiale.

    Il Signore coglie questa sua infelicità, comprende che deve andare oltre la semplice osservanza dei comandamenti e cosa accade ? “ Lo amò” perché capisce che il giovane sta soffrendo : deve fare la scelta definitiva, se cambiare totalmente la sua vita ed abbracciare Cristo o meno e quindi gli spiega cosa deve fare per arrivare a possedere la Ricchezza e la Felicità eterna.

    Ma il sedicente aspirante discepolo, messo di fronte alla necessità di prendere una decisione netta, si ritrova debole, impreparato e incerto, per questo si fa probabilmente scuro in volto. E allo stesso tempo rattristato perchè sa che ritornerà alla comoda consuetudine di essere un fruitore passivo di un'apparente felicità fatta di effimero e di fatuo che non lo soddisferà mai.

    Secondo me é un passo a cui dovremmo pensare spesso perchè non é un'indicazione ad abbandonare in toto i beni materiali e ad aborrire la cosiddetta ricchezza pecuniaria (come una certa critica manichea e di parte vorrebbe far credere) quanto un invito a CONDIVIDERE con il prossimo – specie se svantaggiato – ciò che abbiamo, mettendo in pratica l'indicazione di San Giacomo a compendiare la Fede con le Opere.

    Combinazione vuole che questa Lettura fosse abbinata alla presentazione di Don Dieudonné, a cui do il benvenuto, perchè da ciò che scrive sembra che nel suo Paese i cristiani probabilmente conoscono veramente l'importanza e il significato delle parole DONARE e CONDIVIDERE e CONVIVERE in pace e fraternità.

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