E’ Domenica (12-04-2020) Pasqua di Risurrezione

VERSO LA LUCE di Franco Benassi, tecnica mista 2020. L’ uomo nel corso dei secoli si è trovato in momenti drammatici, di buio, di epidemie. CRISTO prende su di sé le miserie e i dolori del mondo e indica con la fede la LUCE in fondo al tunnel, per giungere ad una Pasqua di Resurrezione.  (Doveva essere la copertina del giornalino Incontro di Pasqua; sarà la copertina di Incontro prossimo).                                      

DIO VINCE LA MORTE

La risurrezione è l’avvenimento più rilevante e fondamentale del cristiano e quindi dell’uomo in genere: con la sconfitta della morte è donata la possibilità di entrare nella vita eterna.
Non è un’acquisizione facile. Il vangelo lo afferma senza mezzi termini: Maria Maddalena non l’ha compreso, fugge convinta che qualcuno abbia portato via il corpo del suo Maestro; Pietro appare anch’egli perplesso; l’unico che “vide e credette” è il discepolo amato, colui che aveva avuto sempre un rapporto particolare con Gesù. La strada da percorrere è lunga, sono necessarie le condizioni opportune perché essa giunga a destinazione.
Di queste condizioni parla la prima lettura, in cui viene ricordato tutto ciò che avvenne durante la vita pubblica di Gesù, dalla sua attività taumaturgica fino alla sua risurrezione, passando per la rievocazione della sua morte di croce.
La vera comprensione del Cristo può accadere con lo svolgimento del gravoso, ma fruttuoso, compito assegnato dal Maestro risorto ai suoi: annunciare che lui è il giudice universale voluto da Dio. Chi crederà in lui, avrà la remissione dei peccati.
La seconda lettura sottolinea come l’uomo vecchio sia morto con Cristo, il quale, essendo risuscitato, ha dato vita a un uomo nuovo. Questi deve ambire e pensare alle cose di lassù, perché ormai la sua vita è nascosta in quella di Cristo e verrà resa manifesta solo quando anche quest’ultimo si renderà manifesto nella sua Gloria finale.

COMMENTO AL VANGELO 

La solennità della Pasqua costituisce il fulcro dell’anno liturgico, e, anche se vissuta da casa, non perde la sua importanza. I brani del Vangelo, sia della Messa della notte, sia di quella del giorno, sono piuttosto brevi, ma in pochi versetti è racchiusa l’essenza del Cristianesimo: Gesù risorge dai morti per salvarci dai nostri peccati.
Le prime che vengono a conoscenza di questo fatto straordinario sono le donne che si recano al sepolcro, che corrono subito ad avvisare i discepoli. Pietro e Giovanni, allora, corrono al sepolcro a loro volta. Giovanni, essendo il più giovane, corre più velocemente ed arriva per primo al sepolcro, ma non vi entra. Pietro, invece, appena arriva al sepolcro, vi entra senza indugio. Anche Giovanni, allora, entra e, come riporta l’evangelista, “vide e credette”. È un Vangelo molto “dinamico”, per così dire, dove uno dei verbi più ricorrenti è “correre”. Non si tratta della corsa frenetica che noi facciamo per assolvere a tutti i nostri impegni quotidiani, ma della corsa verso Gesù. Una corsa che deve essere anche quella della testimonianza: il cristiano, infatti, non è statico, ma in continuo cammino sul modello della Parola, per poter vivere la propria fede con convinzione ed esprimerla nella testimonianza al prossimo.
La Resurrezione dà compimento alle Scritture e la Pasqua è quindi festa di grande gioia. Chiediamoci, però, se siamo realmente testimoni di questa gioia, cerchiamo di cogliere il significato più profondo e meno mondano di questa festa. Corriamo anche noi verso il sepolcro, come Pietro e Giovanni, e facciamoci portatori della buona notizia: Gesù è risorto per noi! Buona Pasqua.

Domenica di Pasqua- cliccaci sopra per vedere le letture

“E VIDE E CREDETTE”

Un annuncio inatteso che sconvolge gli apostoli, in quel mattino della domenica. Un annuncio portato da Maria Maddalena che reca una cattiva nuova: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’anno posto!”.
Un sepolcro aperto, il corpo del Signore trafugato: ecco quello che trasmette Maria. Ciò che è veramente accaduto è talmente lontano dai suoi pensieri che non le passa nemmeno per la testa che il Signore Gesù sia risorto e vivo. L’orizzonte è ancora quello della morte. Lo sfregio, se è proprio quello che è accaduto, è stato fatto al corpo senza vita di un defunto.
E’ sulla base di questa notizia che Pietro e Giovanni si recano alla tomba. E cosa trovano? Trovano la tomba spalancata, le bende per terra e il sudario piegato, in un luogo a parte. Il mistero resta aperto. Ma il vangelo ci presenta l’apostolo Giovanni nel suo aprirsi alla fede: “vide e credette”.
Si, la celebrazione della Pasqua nasce dalla fede: è per fede che si crede nel Signore risorto. E’ per fede che si passa dal vedere al credere, attraverso un itinerario che, duemila anni dopo, è sempre lo stesso.
C’è un segno imprevisto che getta dapprima nella costernazione: la pietra rotolata via, il sepolcro spalancato, le bende e il sudario all’interno. Basta questo per affermare che Gesù è risorto? Penso proprio di no! Ma c’è una parola, un annuncio che viene affidato alle donne che erano andate al sepolcro per completare le pratiche della sepoltura: quello che abbiamo letto nella veglia della notte: “Non è qui. E’ risorto!”.
Anche questo non può bastare: è necessario allora passare attraverso le Scritture, intendere quella Parola antica che ci offre il senso della passione, della morte e della risurrezione.
Solo quando questo è avvenuto, si può “comprendere”. Allora i segni, le tracce acquistano un significato nuovo. Celebrare la Pasqua, oggi, non significa limitarsi a narrare le esperienze delle donne, di Maria Maddalena e degli apostoli, ma compiere il loro stesso itinerario per poter credere nel Signore risorto e confessare che egli è vivo ed è presente in mezzo a noi, in questa nostra storia tormentata, inondata da una speranza nuova.
La risurrezione non è un mito o una ideologia: è avvenimento reale, storia. Il nostro cammino di fede ha davvero questa consapevolezza?
Pietro, il discepolo amato e Maria Maddalena sono i protagonisti dei racconti evangelici, e sono ritratti in una grande affannosa corsa verso il senso delle loro domande. Essi cercano. E noi: cerchiamo Dio? E ci lasciamo trovare da Lui?

 BUONA PASQUA!

Abbiamo vissuto una quaresima tribolata. E così sarà sicuramente fino a dopo Pasqua. Difficilmente nella nostra vita ci siamo trovati di fronte a un bivio così grave di responsabilità, ma anche di solidarietà e di amore.. ci siamo presi carico dell’incolumità nostra e dei nostri fratelli!. Cosa succederà dopo Pasqua, il 13 aprile, quando terminerà il tempo di restrizioni? E’ giusto che ci attendiamo garanzie e sicurezze. Ma noi credenti, oltre a sottostare alle giuste e necessarie disposizioni, dobbiamo mettere in questa vicenda il “sale della terra”, la “luce del mondo”, il “lievito che fermenta la massa”. Dovremmo cioè collegarci con le nostre radici, con le nostre comunità, con tutti i credenti, che in questo tempo, sia pure separati, hanno condiviso preghiere e speranze.
Tanti, individui, famiglie e comunità, hanno pregato, aiutati dai mezzi di comunicazione, sotto la guida di papa Francesco, dei nostri vescovi e dei sacerdoti.
Abbiamo vissuto intensamente il travaglio di questo tempo, abbiamo dato il nostro apporto alla carità e alla speranza. Forse stiamo già vedendo una possibile via d’uscita. Ma non dobbiamo aver fretta. Se il Signore non colmerà a Pasqua le nostre attese non ne faremo una tragedia. Già è una cosa grandissima aver messo di fronte al mondo un segno chiaro di responsabilità e di solidarietà, diverso dagli egoismi e dalle chiusure.
Resta una quota alta di paura che angoscia tutti noi, ma il Signore continua a dirci: “Non temere, popolo mio, io sono con te!… le montagne più brulle diventeranno verdeggianti, le campagne più aride metteranno i loro fiori, sugli alberi secchi spunteranno i germogli della primavera”. E’ l’annuncio gioioso della Pasqua, che non si realizza in un giorno del calendario, ma nella vita e nella storia, sempre.
E’ una storia lunga. Probabilmente alcuni di noi non vedranno il traguardo. Come Mosè che dall’alto del monte Nebo indicò al popolo la Terra promessa, ma lui non vi entrò. Noi credenti dovremmo essere questo braccio teso ad indicare traguardi che forse noi non raggiungeremo, di una terra che produce latte e miele, dove il lupo e l’agnello si stenderanno insieme e un bambino li condurrà al pascolo. Se noi credenti non teniamo alte queste attese, queste utopie del Vangelo e della Bibbia che cosa stiamo a fare?
In questi giorni di Pasqua ringrazieremo il Signore per aver averci condotti fin qui, lo pregheremo con fede per coloro che non ce l’hanno fatta. Egli ci accoglierà ancora, sia pur a distanza, alla sua mensa, ad ascoltare la sua parola e a pregare per la buona riuscita di questa vicenda. E il Signore che noi sentiamo vicino e ci tiene per mano, senza dubbio ci aiuterà. Siamo certi che dopo aver celebrato la sua Pasqua di morte e risurrezione, continueremo il nostro cammino con un supplemento di speranza, di fiducia, di gioia, di cui, certamente, sapremo contaminare tutti coloro che ci accosteranno. Buona Pasqua!

 

2 Replies to “E’ Domenica (12-04-2020) Pasqua di Risurrezione”

  1. Brunella

    Gesù risorge a vita nuova siamo pronti a cambiare la nostra vita dal buio dei peccati alla luce del perdono dall’egoismo alla carità dal rancore e malignità alla bontà e all’umiltà ad aiutare chi è nel bisogno o pensiamo solo ai nostri interessi in questi momenti bui per colpa del virus che ci fa stare lontani uniamoci nella preghiera e che il nostro cuore sia pronta al cambiamento che Gesù Risorto risorto ci dona un grazie di cuore a don Giorgio e a Don Michelangelo che non c’hanno fatto sentire soli Buona Pasqua

  2. Riccardo

    Più che un commento alle letture, attraverso questa “bacheca” (si dice così nel gergo informatico?) vorrei ringraziare tutti coloro che attraverso il gruppo WhatsApp “ANDRA’ TUTTO BENE” si stanno dando da fare non solo per farci stare in contatto ma per farci condividere momenti di riflessione, di introspezione. Anche attraverso la pubblicazione di una foto, di una preghiera, di un disegno il messaggio può raggiungere ognuno di noi e può farci sentire, nel cuore e nell’anima, vicino l’uno all’altro, può darci il senso di comunità che in questo momento oscuro sembra mancarci, può farci riflettere su come potremo (e dovremo) cambiare – quando potremo riprendere le relazioni personali sia pur tra mille precauzioni – affinchè i rapporti quotidiani ridivengano più umani, più fraterni, più legati ai valori della solidarietà, carità e fratellanza. Affinché dalla riflessione che questo isolamento può positivamente generare si capisca che l’essenza della vita non segue il ritmo del consumismo o l’incedere di rapporti fatti di luoghi comuni e di condivisione forzata di “non valori” legati all’appariscenza ed al possesso di beni materiali.
    Mi vorrei anche scusare se sono intervenuto solo poche volte sul gruppo ma quando mi trovo a condividere pienamente gli interventi temo sempre che potrei solo ripetere cose già dette ; ma ciò non toglie che rinnovi di nuovo il mio “GRAZIE” a tutti per la vicinanza e calore che dimostrate e dimostriamo.
    Buona Pasqua di Resurrezione e di Rinascita a tutti, un abbraccio ed un grande augurio per gli impegni che ci attendono al momento che dovessimo ricominciare a muoverci (sia pure – MI RACCOMANDO – con tutte le precauzioni possibili ed immaginabili)
    Un abbraccio grande a Don Michelangelo, Suor Claudine e Suor Sinforose e a tutti voi

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