E’ Domenica (21-11-2021) – Solennità di Cristo Re anno b

 COMMENTO AL VANGELO CRISTO RE

Con la solennità di Cristo Re si conclude questo anno liturgico per poi iniziare l’Avvento. La liturgia odierna ci propone un brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni.
Gesù è stato condotto di fronte a Pilato per essere interrogato, in modo da decidere se condannarlo a morte o meno. La domanda che viene rivolta a più riprese a Gesù è se egli sia il re dei Giudei. Più volte negli ultimi mesi abbiamo ascoltato come i discorsi di Gesù venissero fraintesi dai discepoli, che vedevano in lui un liberatore dal dominio romano, un re nel senso politico del termine. Anche la domanda di Pilato è rivolta in questo senso. Gesù, però, rispondendo, spiega in che cosa consiste la sua regalità. Egli non è un uomo potente, che ha dei sudditi ai suoi ordini per servirlo: al contrario, è venuto lui stesso – Dio fatto uomo – per servire noi, fino a dare la sua vita e a soffrire sulla croce per salvarci. “Il mio regno non è di questo mondo”, dice Gesù. È un regno che proviene da Dio, per entrare nel quale è necessario mettersi alla sequela di Cristo. È un regno che capovolge le aspettative umane: non è grande chi ha potere, ma chi si fa umile e serve il prossimo, amandolo come sé stesso. Lo stesso brano di oggi è un chiaro esempio del capovolgimento della logica umana: per parlare di Cristo Re, la liturgia ricorre a un episodio tratto dalla Passione di Gesù.
Riconoscere Gesù Cristo come proprio re si traduce quindi in uno stile di vita che metta al centro la sua figura, che dia il primato a Lui, anche quando è scomodo. Ascoltando la sua Parola, siamo chiamati anche noi ad essere testimoni di verità.

Domenica XXXIV del tempo ordinario anno b – clicca sopra per leggere la parola di Dio

LA REGALITA’ DI CRISTO

Chi è il re? L’uomo dell’oro, dello scettro, del trono? L’uomo dell’avere, del potere, dell’apparire? Colui che ha forzieri colmi, che può imporre e disporre, che appare sempre il primo: il più ricco, il più potente, il più importante?
La scritta posta sulla croce ribalta ogni idea, ogni opinione, ogni giudizio sul regno e sul re. In ebraico, in greco e in latino recita: “Il re dei giudei (è) costui”. È il motivo della condanna di Gesù il Galileo e vorrebbe significare, nella mente dei capi, la fine della sua assurda pretesa. Invece è l’affermazione inconsapevole che proprio lì, sulla croce, nel luogo del dolore più grande e della più umiliante sconfitta, nel momento degli insulti e degli abbandoni, s’illumina tutta la storia di questo Re e risplende la sua gloria, la gloria del più grande amore. Nel suo non avere più niente, attrae tutto e tutti a sé; nel suo essere del tutto impotente, può fare di tutti noi quello che nessun re può fare dei suoi sudditi: un popolo di re; nel suo apparire fallito e sconfitto, trionfa sull’ultimo nemico, la morte, di fronte alla quale anche il re più potente deve arrendersi, rassegnato o ribelle, ma comunque disarmato e impotente.
Un crocifisso è il nostro re. Tutti noi vogliamo un messia che salvi se stesso, perché in fondo in fondo ognuno di noi vuole salvare se stesso. Ma proprio perché non può salvare se stesso – poiché per amore vi ha rinunciato – Gesù può salvare anche noi. Questo Crocifisso che non ha voluto schiodarsi dalla croce, è il nostro vero e unico Signore.
Dire oggi che Cristo è re e Signore, significa riconoscere una verità che nemmeno i demoni affermano mai nei vangeli. Essi si spingono fino a dire a Gesù: “Tu sei il figlio di Dio”, ma non gli riconoscono mai: “Tu sei il Signore!”. Infatti riconoscere Gesù come il Figlio di Dio significa riconoscere un dato di fatto; riconoscere che Cristo è re e Signore, significa sottomettersi alla sua regalità e signoria; significa riconoscerlo come “mio” Signore; significa essere servi di Cristo re e Signore, e di nessun altro!
Appesi alla croce delle nostre impotenze e disfatte, crocifissi con i chiodi della malattia, della fame, dell’egoismo, dell’odio; nell’agonia della speranza e dell’amore, nella paura che vede solo buio e vuoto, tanti nostri fratelli hanno bisogno di “cristiani difficili” (Mounier) per credere che un crocifisso è il loro unico salvatore. Oggi c’è bisogno di cristiani difficili, che non si lasciano vincere dal male, ma non rinunciano a vincere il male con il bene; che non hanno paura di apparire perdenti; che non puntano ad annettersi porzioni di mondo; che sanno amare il mondo anche quando devono essere alternativi al mondo.

AVVISI

Domenica 21 – A Lucca dalle 15 Giornata Mondiale dei Giovani. Al rientro alla sera spaghettata in parrocchia.
Lunedì 22—alle 21 al Don Bosco riunione del Consiglio Pastorale della Comunità Parrocchiale di Massarosa.
Martedì 23 – alle 20,30 in canonica a Massarosa incontro sulla parola di Dio della domenica.
Dalle 21 serata relax giovani.
Mercoledì 24—alle ore 17 in canonica a Massarosa incontro con i catechisti dei ragazzi che si preparano alla Comunione.
Alle ore 21 a Gualdo nella sala parrocchiale incontro sulla parola di Dio della domenica.
Giovedì 25—alle 21 al Don Bosco riunione dei catechisti : preparazione della festa per i ragazzi dell’8 dicembre.
Sabato 27 – a Massarosa la messa sarà alle 17 e non alle 18 e a seguire incontro dibattito su Donne e Afghanistan.
A Bozzano onoriamo i patroni Santa Caterina e San Prospero.
Domenica 28—E’ la Prima Domenica di Avvento.

LE AMICHE DELLE MISSIONI ALLESTIRANNO IL 13/14 20/21 27/28 NOVEMBRE E 11/12 DIC IL BANCHETTO CON I PRODOTTI NATALIZI IN OFFERTA E UN LIBRO SU SAN GIUSEPPE.
IN PARTICOLARE SABATO 20 E DOMENICA 21 NOVEMBRE I MANUFATTI OFFERTI SONO A FAVORE DELL’ORFANOTROFIO DI KATANA IN CONGO.

GITA A GUBBIO
Domenica 12 dicembre
Vedi Locandina per
informazioni dettagliate

2 Replies to “E’ Domenica (21-11-2021) – Solennità di Cristo Re anno b”

  1. Mary Coppolecchia

    La nostra vita è scandita da fasi temporali diverse : abbiamo l’anno solare che va da gennaio a dicembre , l’anno scolastico che va da settembre ad agosto, l’anno finanziario che coincide con l’anno solare, l’anno liturgico ; a ciascuno corrispondono inizio e fine diversi.
    La sapienza della chiesa ha accolto la riforma di papa Paolo VI che con il motu proprio Mysterii Paschalis del 14 febbraio 1969 promulgò per il rito romano le norme universali dell’anno liturgico e il nuovo Calendario Romano Generale: “per mettere più chiaramente in luce il mistero pasquale di Cristo nel rinnovamento dell’anno liturgico di cui il sacro Concilio ha consegnato le norme”

    Ogni anno possiamo ripercorrere in forma ciclica i momenti fondanti della nostra fede : l’Incarnazione , la Morte ,la Resurrezione, la Redenzione.
    L’anno liturgico quindi inizia con la prima domenica di avvento e termina con la solennità di Cristo, re dell’universo.
    In questa ultima domenica dell’anno liturgico le letture sono unite dall’unico riferimento alla Signoria di Gesù che è il nostro garante per la vita eterna poiché Dio ha posto tutto l’universo ai suoi piedi per l’obbedienza che patì ,riscattando tutti noi dalle miserie e dalle fragilità ,dalle colpe e dalle infedeltà cioè da tutto ciò che fin da Adamo , ci ha allontanato dal Padre.Gesù ha attraversato la morte nella sua carne e l’ha vinta.Con questa grande consolazione esultiamo anche noi assieme a tutto il creato per il Regno che Gesù ci ha promesso e che è andato a preparare per noi .

  2. Riccardo

    La grandezza del Cristo Re può essere di difficile comprensione per chi si ostina a ragionare in termini di potere politico temporale, come purtroppo oggi si vuole intendere la politica e come – purtroppo – la politica non si preoccupa di fare nulla per cambiare questa visione.
    Cristo é re nel momento in cui – ultimo tra gli ultimi – é diventato nostro fratello per farci figli di Dio e per regnare su di noi con l’amore e con la pace. Nel nome della pace ha accettato il processo, il martirio e la condanna a morte per dimostrare che l’amore é l’arma più forte e duratura e, soprattutto, per farci capire che l’unico requisito per seguirlo pienamente anche nella vita ultraterrena é il nostro impegno quotidiano, anche quando ciò comporta scelte scomode che ci fanno apparire veramente come “cristiani difficili”.

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