E’ domenica (9-08-2020) XIX domenica del tempo ordinario anno a

RICONOSCERE NELLA FEDE LA PRESENZA DI DIO

La parola di Dio di questa domenica ruota attorno alla presenza rassicurante di Dio e chiama in causa la fede grazie alla quale l’uomo può diventare discepolo e testimone.
La prima lettura propone, nella vocazione di Elia, l’esperienza di come il profeta sia condotto a modificare la propria immagine di Dio che si rivela a lui nel sussurro del vento che sfiora la sua vita. Ogni volta che anche noi incontriamo il Signore nella sua Parola facciamo questa esperienza mistica di silenzio e di un cuore pronto ad accoglierlo.
La seconda lettura, nella parola dell’apostolo Paolo alla comunità di Roma, mette in luce la “poca” pazienza dell’apostolo che vorrebbe già vedere tutti credere in Cristo e appartenere al suo Corpo che è la Chiesa. Alla sua impazienza fa da contrasto la pazienza di Dio.
Nel vangelo Gesù raggiunge la barca dei suoi discepoli, camminando sulle acque. Il Maestro è il Signore presente nel silenzio, che incoraggia e ci raggiunge sulla barca della nostra vita. Siamo noi ad avere poca fede. Per questo falliscono i nostri tentativi di andare, come Pietro, incontro al Signore. Per questo rischiamo di affondare nelle miserie della vita quotidiana. Ma il rimprovero di Gesù non è burbero: la sua mano tesa il segno del suo amore per noi.

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – COMMENTO AL VANGELO

Nella XIX domenica del tempo ordinario, il brano del Vangelo secondo Matteo ci presenta un episodio molto intenso che fa seguito a quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ascoltato domenica scorsa.
I discepoli si trovano su una barca nel mare di Galilea, Gesù, dopo aver congedato la folla che aveva sfamato, si reca su un monte a pregare: due situazioni di silenzio e solitudine dopo il “successo” della moltiplicazione del cibo. Il mare è però in tempesta e la notte passata sulla barca diventa una prova di fede per i discepoli. In mezzo alla tempesta, infatti, appare Gesù, camminando sulle acque. Inizialmente, non viene riconosciuto dai discepoli, che, sconvolti, lo credono addirittura un fantasma, ma egli li rassicura amorevolmente: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Nel momento della prova, quindi, Gesù è con noi e ci può dare la forza di superare le difficoltà che si presentano sul nostro percorso, se abbiamo fede in lui. Pietro, infatti, dopo che Gesù lo esorta a venire verso di lui (“Vieni!”), cammina anch’egli sulle acque in mezzo alla tempesta: la forza della fede gli permette di superare un ostacolo apparentemente insormontabile! Tuttavia, quando Pietro distoglie la mente da Gesù per concentrarsi sulla tempesta, quando cioè la paura prende nuovamente il sopravvento sulla fede, egli inizia ad affondare, trascinato dalle acque agitate del mare. Gesù allora interviene di nuovo, portandolo in salvo. Le parole di Gesù spiegano molto chiaramente il motivo del naufragio di Pietro: la poca fede. Siamo anche noi “uomini di poca fede” quando di fronte alle difficoltà che incontriamo ci scoraggiamo e ci lasciamo annegare. La forza della fede può, invece, risollevarci e farci attraversare le “tempeste” della vita, nelle quali possiamo scorgere, pertanto, occasioni di crescita e di maturazione spirituale.

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno a – clicca sopra per leggere la parola di Dio

LA VISIONE DELL’UOMO NELLA LAUDATO SI’

“Non c’è ecologia senza una adeguata antropologia. Quando la persona umana viene considerata solo un essere in più tra gli altri, che deriva da un gioco del caso o da un determinismo fisico c’è il rischio che si affievolisca nelle persone il senso della responsabilità” (n. 118).
Un’antropologia adeguata deve riconoscere la particolarità delle funzioni psichiche dell’uomo e la loro non riducibilità a processi fisici e biologici. L’enciclica respinge quindi la pretesa delle scienze moderne di spiegare l’attività psichica come un fenomeno naturale e come un risultato di un processo evolutivo: “L’essere umano, benché supponga anche processi evolutivi, comporta una novità non pienamente spiegabile dall’evoluzione di altri sistemi aperti. Ognuno di noi dispone in sé di una identità personale in grado di entrare in dialogo con gli altri e con Dio stesso. La capacità di riflessione, il ragionamento, la creatività, l’interpretazione, l’elaborazione artistica ed altre capacità originali mostrano una singolarità che trascende l’ambito fisico e biologico” (n. 81).
La concezione dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio “… ci mostra l’immensa dignità di ogni persona umana” (n. 65) e contemporaneamente comporta il rispetto della natura, che è possibile solo con un atteggiamento di umiltà e non con la pretesa di essere totalmente autonomi: “Non è facile maturare questa sana umiltà e una felice sobrietà se diventiamo autonomi, se escludiamo dalla nostra vita Dio, e il nostro io ne occupa il posto, se crediamo che sia la nostra soggettività a determinare ciò che è bene e ciò che è male” (n. 224).
La società dei consumi porta spesso a un “consumismo ossessivo” (n. 203), che “… fa credere a tutti che sono liberi finché osservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. La libertà, però, non è limitata solo da fattori esterni ma anche da condizionamenti interni: “L’essere umano non è pienamente autonomo. La sua libertà si ammala quando si consegna alle forze cieche dell’inconscio , dei bisogni immediati, dell’egoismo, della violenza brutale. In tal senso è nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo. Può disporre di meccanismi superficiali, ma possiamo affermare che gli mancano un’etica adeguatamente solida, una cultura e una spiritualità che realmente gli diano un limite e lo contengano entro un lucido dominio di sé “ ( n. 105).

One Reply to “E’ domenica (9-08-2020) XIX domenica del tempo ordinario anno a”

  1. Riccardo

    La suggestione della lettura di oggi sta secondo me nella parola “itinere”, termine che sottintende uno spostamento non solo nello spazio ma anche attraverso il tempo e gli stati dell’animo umano.
    La Chiesa, come acutamente Francesco fa notare nel suo commento al vangelo di San Luca, è un organismo che DEVE essere sempre in viaggio, nel senso che deve muoversi insieme ai cambiamenti sociopolitici di ogni singola area, deve muoversi insieme al mutare delle condizioni contingenti dell’assemblea dei credenti e deve muoversi – nel senso di trasformarsi – per rispondere a condizioni “ambientali” che richiedono la continua rimodulazione dell’opera pastorale dei sacerdoti.
    E in questo processo, in questo “itinere” che interessa ogni cristiano non bisogna spaventarci per quei momenti in cui i dubbi o lo scoraggiamento ci fanno sprofondare nell’acqua, come accade a San Pietro, perché il Figlio di Dio e la vergine Regina del Cielo sono lì con noi, pronti a comprendere e perdonare le nostre umane debolezze o incertezze, e pronti a sostenerci con amore ed a condividere con noi il peso del giogo quotidiano.

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