EPIFANIA DEL SIGNORE
Il Cristo viene, ma non tutti lo accolgono. Davanti alla sua venuta ci sono atteggiamenti diversi e il vangelo di oggi ne descrive ben tre.
Il primo è rappresentato dai Magi. Sono dei pensatori alla ricerca del sapere umano e religioso. Vedono una stella diversa in cielo, la interpretano come segno e partono.
I Magi sono cercatori di Dio, che sanno mettere la loro sapienza a servizio della verità. Sono docili e si fanno ammaestrare dalla stella. Quando questa perde la sua luce essi non smettono di cercare, ma si fanno illuminare dalle Scritture.
I capi dei sacerdoti e gli scribi esprimono un atteggiamento ben diverso. Anche loro sono sapienti e interpretano alla perfezione le Scritture, ma quando sanno della nascita del Cristo a Betlemme, rimangono turbati e con loro tutta Gerusalemme. Invece di partire alla ricerca di Gesù, hanno paura di una notizia che dovrebbe dare solo gioia e restano immobili.
Forse non stavano aspettando il Messia. Da Lui non volevano niente, la loro situazione era perfetta così, a cosa serviva un liberatore? Erode aveva già eliminato tre suoi figli, sospettati di volersi impadronire del suo trono, figuriamoci se poteva avere scrupoli a eliminare un altro possibile usurpatore che non era nemmeno sangue del suo sangue!
Questi tre atteggiamenti ci svelano qualcosa; il sapere docile dei Magi diventa adorazione, il sapere arrogante dei sacerdoti e degli scribi diventa paura che immobilizza, il sapere arido di Erode, diventa delirio di onnipotenza, persecuzione e, infine, follia omicida.
Il Cristo viene, ma per trovarlo bisogna cercarlo. E per riuscirci occorre essere spinti da quella sapienza che conduce all’adorazione.
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