Vangelo della domenica (20-12-2015)

GESU’ FIGLIO DI MARIA

I4a dom di avvento anno cl figlio dell’Altissimo nel diventare il “figlio di Maria”, si fa precedere e annunciare dai poveri e dagli umili. Umili e poveri sono i primi portatori dell’annuncio. Così è Maria nei riguardi di Elisabetta. Per la stessa umiltà e povertà, Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo, riconosce in Maria la madre del Salvatore.
E Maria, con il Magnificat, che canta le grandi cose operate in lei e la grazia concessa alla sua parente, dice: il Signore “ha guardato l’umiltà della sua serva”. In questo momento Maria è la vivente dimora di Dio in mezzo agli uomini. La lettera agli Ebrei (seconda lettura) afferma che è in forza della sua “povertà” che Gesù Cristo ha meritato a noi il perdono dei peccati e ci ha salvati. Per l’incontro degli uomini con Dio, per la loro umiltà e pace occorreva nel disegno di Dio un uomo che fosse “pienamente e totalmente uomo, ad eccezione del peccato”; per questo Gesù ha voluto essere il figlio di Maria.
Gesù ha fame e sete, è soggetto alla fatica, stringe amicizie, piange su Lazzaro, ha compassione delle folle, è pieno di gioia di fronte alle realizzazioni dell’amore del Padre. Avvicina gli uomini con una semplicità e una autorità sconvolgenti: i peccatori, gli ammalati, quelli che soffrono trovano in lui la comprensione che cercano e, insieme, l’appello energico che li converte. Si decide, giorno per giorno, per la missione affidatagli dal Padre: dalla tentazione nel deserto fino alla suprema decisione dell’Orto degli ulivi, dove cogliamo la profondità umana sia delle sue sofferenze sia del suo attaccamento al Padre e alla sua volontà.
Cristo, figlio di Maria e figlio di Dio, è entrato nella nostra storia, nel destino umano così pieno di lotte, prove, speranze, è il “Dio con noi”.

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