Vangelo della domenica (23-06-2013)

XII° DOMENICA TEMPO ORDINARIO:   “CHI DITE CHE IO SIA?

XII dom t.o anncAlla domanda di Gesù circa la sua identità e missione (vangelo) Pietro risponde: “Tu sei il Cristo di Dio!”. C’è diversità su come intendono il Messia gli apostoli, che riflettono la mentalità corrente, e Gesù. Essi intendono il Messia come potere. Lui come amore. Gesù avrebbe potuto ricondurre l’uomo a Dio anche attraverso il potere usato come amore. Ma l’uomo Gesù sceglie di attuare la sua missione mediante l’amore “puro”, ossia unicamente con l’amore, con l’appello alle coscienze, con la donazione, il servizio, la pazienza, la dolcezza, i mezzi poveri. Perché questa è l’unica via per la trasformazione dei cuori. Gesù non potrà mai accettare di essere quello che i connazionali vogliono che sia. Egli sarà quello che il Padre vuole che egli sia: la vera immagine di Dio e la vera immagine dell’uomo, il vero volto di Dio e il vero volto dell’uomo. 
Gesù sa che la fedeltà alla decisione di attuare il progetto del Padre gli procurerà molta sofferenza, il rifiuto da parte del potere (anziani, sommi sacerdoti e scribi) e infine una morte violenta. Egli accetta liberamente questa conseguenza della sua decisione per non tradire l’amore al padre e all’uomo. La morte di Cristo ha due facce: da una parte rivela la potenza del peccato e dall’altra parte la potenza dell’amore più forte della morte. La morte violenta di Cristo, in quanto atto di amore assoluto, è insieme la rivelazione di Dio all’uomo e dell’uomo a se stesso. In quanto atto d’amore assoluto, la morte di Cristo è la “risurrezione dell’uomo”, è la sorgente della vita. Perché la vita affonda le sue radici nell’amore. Una sorgente a cui l’umanità, consciamente o inconsciamente, attinge. Cristo è l’uomo totalmente aperto nel quale le pareti dell’esistenza sono sfondate, sicché egli è integralmente“passaggio”(pascha)… L’avvenire dell’uomo dipende dalla croce, la redenzione dell’uomo è la croce. Ed egli non raggiungerà davvero se stesso in altro modo, fuorché permettendo lo sfondamento delle pareti della propria esistenza, volgendo lo sguardo al “trafitto” (1a lettura) e seguendo colui che ha aperto la via verso il futuro.

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