Vangelo della domenica (25-12-2013)

 NATALE DEL SIGNORE  “VENNE FRA LA SUA GENTE

downloadGesù non è una tradizione annuale, non è un mito o una favola: Gesù è parte vera della nostra storia umana. Il senso teologico della venuta di Cristo non nega di per sé la cornice festosa e la poesia del Natale, ma la ridimensiona e la colloca nel giusto contesto. Gesù che nasce è la parola di Dio che si fa carne; noi siamo portati forse a soffermarci di più sul bambino, tenero e fragile, che non sul suo aspetto di Verbo incarnato.Per questo nella liturgia di oggi il lieto annuncio della nascita di Cristo ci viene dato con le parole di Luca e con quelle di Giovanni. Luca si sofferma su alcuni particolari storici, che ci danno una sufficiente garanzia di storicità e credibilità e ci mostrano che Gesù, povero, figlio di umili artigiani, un numero soltanto in una remota provincia dell’impero romano, un portatore di tutte le promesse dell’Antico Testamento, anche se in un modo un po’ diverso da quello atteso e sospirato dal popolo ebraico, tanto che solo i poveri, gli “svuotati”, i vigilanti lo riconoscono. Giovanni inserisce l’incarnazione nel piano della storia della salvezza. Come attraverso il Verbo eterno era sbocciata la prima creazione, per opera dell’Incarnazione dello stesso Verbo avviene una nuova creazione: l’uomo accede alla condizione di figlio di Dio: il rapporto uomo-Dio che il peccato aveva interrotto è risaldato in Cristo. Divenuto figlio di Dio, l’uomo è in grado di realizzare il suo compito di creatura; egli può rivolgersi a Dio e chiamarlo “Padre” ed è libero, perché è figlio e non servo, ed ama gli altri uomini perché fratelli.

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