Natale del Signore e Santa Famiglia
Il Natale ci manifesta Dio che si fa uomo, che viene a noi nella forma di un bambino, nella fragilità di un neonato, privo di potere e disprezzato dai potenti del mondo, in una famiglia povera e senza casa, accolto e adorato dai pastori.
“Venne tra i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto”. E’ la luce che splende nelle tenebre. E’ la vita che può vincere la morte. La forza del Natale sta in questo segno: Gesù, il bambino di Betlemme, ci porta la vicinanza e la misericordia ,la grazia e la verità di Dio.
Di fronte a lui non si può essere indifferenti né neutrali. La luce obbliga a venire allo scoperto, a decidersi, a dichiararsi. La posta in gioco è una trasfigurazione, una nuova nascita in cui non si è generati dagli uomini, ma da Dio stesso. Essere “figli di Dio” vuol dire ricevere la vita stessa di Dio. Questa vita non è un diritto, ma un dono che ci fa sperimentare quaggiù ciò che vivremo quando giungerà il compimento. Vuol dire farsi rischiarare da una luce che illumina non solo noi, fin nelle pieghe segrete dell’anima , ma anche la nostra vicenda umana, la storia a cui apparteniamo, e ci permette di affermarne il senso, la direzione e di identificarne l’approdo.
Vuol dire essere raggiunti da un Amore totalmente gratuito, la Misericordia di Dio, che ha scelto la strada dell’incarnazione e quella, ancor più ripida, della passione, morte e risurrezione. Questo amore smisurato offerto a tutti, è quello che distingue la nuova dall’antica alleanza, il compimento da tutto ciò che l’ha preceduto.
Vuol dire contemplare il volto autentico di Dio, che è Padre, attraverso la comunione con lui, accedere ad una visione nuova di se stessi, degli altri e della storia. Perché tutto questo potesse realizzarsi il Figlio è venuto nel mondo. Ha preso la carne di un uomo perché ogni uomo che crede in lui potesse partecipare alla vita di Dio.
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