Vangelo della domenica (26-01-2014)

3a DOM. DEL TEMPO ORDINARIO
LA CONVERSIONE PER GODERE DEL REGNO

La scomparsa di Giovanni Battista, presentata dall’evangelista come una “consegna” pari a quella di Cristo nella passione, segna l’inizio della missione di Gesù. Il contenuto iniziale dell’annuncio evangelico combacia con la volontà di cambiare vita (“convertitevi”). Il Regno dei cieli (cioè il potere con cui Dio si rivela) si rende presente nella storia. La conversione è la garanzia che permette ad ogni uomo di poter godere del Regno e dei suoi valori, premessa indispensabile al discepolo di Cristo.
Infatti solo se l’uomo si lascia plasmare da Cristo si volge a lui nella conversione, seguendolo sulla strada che gli viene proposta. Altrimenti rischia di lasciarsi abbagliare dai successi e dalle tentazioni che lo trascinano altrove. La chiamata dei primi discepoli evidenzia che questo episodio troverà in seguito continua attuazione. Ciascuno di noi ha la sua storia, sempre inedita e mai ripetuta. Ognuno, però, è chiamato da Cristo a seguirlo. La specificità di tale chiamata viene espressa dal diventare “pescatori di uomini”: cioè, come si fa per i pesci, raggiungere la capacità di estrarre dall’acqua gli altri, sottraendoli dal mare, simbolo del male, e quindi salvarli. Un compito improbo, ma fondamentale che ha come premessa irrinunciabile quello di “seguire il Signore”, di configurarsi a lui, alla sua logica di vita, che supera la nostra, debole e fragile. Il “lasciare” riceve allora una motivazione profonda, in quanto è in vista di continuare attivamente la missione di Cristo a favore degli uomini.. Anche gli affetti naturali, sintetizzati dalla figura paterna, vanno contemperati con l’esigenza della missione. Questa missione comporterà aspetti concreti e non differibili, essendo gli operatori a pieno titolo appartenenti al genere umano, e non angeli. La priorità è per gli altri. Anche i ministeri, come il presbiterato, che nella letteratura ascetica ha attinto molto da questa pagina,, avrebbe bisogno di essere ricondotto a queste coordinate essenziali, che lasciano ampio margine alla libertà personale nella gestione di un impegno senza dubbio trasformante. Nella prospettiva della missione va anche recuperata l’esigenza dell’unità, fondamentale per la riuscita del compito stesso dei chiamati. La divisione denunciata dall’Apostolo, infatti, è quanto mai veritiera: lo schieramento dei fedeli a favore di uno o dell’altro ministro, quasi che questi costituissero dei personaggi politici che catturano chi li segue, esaltando il proprio successo personale. L’interrogativo dell’Apostolo è perentorio: è forse diviso Cristo? Questa pagina la ascoltiamo alla fine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Risuona così con urgente attualità di fronte agli infiniti particolarismi, alimentati dalle gelosie e dai battibecchi. “Vi esorto, fratelli ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi  siano divisioni tra voi, ma site in perfetta unione di pensiero e di sentire” Questa perfezione si attuerà solo alla fine dei tempi. Intanto, però, non deve mancare l’impegno per affrettarla il più possibile.

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