XIII domenica del t.o. anno c – CRISTIANO E’ CHI HA SCELTO CRISTO E LO SEGUE
Gesù è riconosciuto fin dall’inizio come un “maestro”: egli chiama a seguirlo e accoglie attorno a sé dei discepoli, in tutti tempi. Di fronte a questa chiamata e alla corrispettiva “elezione” non contano privilegi di razza o di condizione sociale, ma solo l’adesione libera a lui, resa manifesta dai “frutti” che ne seguono. In altri termini: davanti a Dio nessuno può gloriarsi di presunti meriti, ma è doverosa la riconoscenza per la grazia che Dio ha riversato su di noi. E tuttavia non si tratta di “grazia a buon mercato”: essa è donata perché sia portatrice di salvezza, perché trasformi la vita secondo il progetto di Dio e sia comunicata, diffusa, affinché il mondo si salvi. E’ un messaggio chiaro ad ogni cristiano: ognuno è chiamato ad una scelta decisiva, che si esprime nel portare frutto. La grazia della chiamata ad essere discepoli, ci rende persone responsabili.
Nel viaggio verso Gerusalemme, di cui ci informa Luca nel suo vangelo, Gesù istruisce i suoi discepoli con diversi insegnamenti da cui emerge chiara la prospettiva che li attende: chi sceglie di seguirlo deve prepararsi ad affrontare disagi e difficoltà per porsi al servizio del regno di Dio. Questo condividere il destino del maestro comporta pure la rottura con il passato e il coraggio di rischiare il futuro, che al momento può apparire incerto.
E’ di esempio la chiamata di Eliseo nella prima lettura e la sua scelta coraggiosa nel seguire Elia e il destino di essere profeta di Dio. Si tratta comunque di una chiamata alla libertà, o meglio a vivere in modo nuovo la libertà che Dio dona.
Cosi, infatti, la intende Paolo nella seconda lettura, nella quale sottolinea con chiarezza che la vera libertà non sta nel vivere “secondo la carne”, ma nel porsi mediante la carità al “servizio gli uni degli altri”.
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