DOMENICA 3 MARZO: 3a DI QUARESIMA
DIO NON CI SALVA SENZA DI NOI
Due fatti di cronaca (alcuni morti in una rivolta contro i Romani, l’improvviso cedere di una torre che seppellisce 18 persone) offrono a Gesù l’occasione per un nuovo appello alla conversione.. Egli da una parte vuole sfatare il pregiudizio proprio della cultura religiosa ebraica, che lega la sventura terrena a colpe personali e collettive, dall’altro dichiara che la vera disgrazia è l’impenitenza e il rifiuto della conversione che nasce dalla lettura, con l’intelligenza della fede, dei “segni dei tempi”.
I fatti della vita, compresa la morte, sono un linguaggio di Dio che bisogna saper interpretare, un provvidenziale avvertimento a rinnovare l’esistenza in questo tempo che è il tempo della pazienza divina. L’anno di attesa dei frutti è l’intera vita (Vangelo). Dio ce la dà come tempo di conversione.
Conversione vuol dire profonda verifica di sé e della direzione che ha assunto la propria vita. Implica un “cambio di direzione”, il passaggio da una fede accettata passivamente, fede-eredità, a una fede attivamente conquistata, come risposta al dono di Dio e all’intervento dello Spirito nella nostra vita. Conversione è atteggiamento di povero, di piccolo, di servo, di figlio; è autenticità di comportamento contro ogni dissociazione tra fede e vita. Dio aspetta dalla nostra fede un atto coraggioso; e nessuno può farlo al nostro posto, neppure Dio.
Il cammino di fede può portare a scelte strazianti e sconvolgenti. Ci sono situazioni da cui è impossibile tornare indietro: chi è divorziato, accompagnato con figli, chi ha rotto definitivamente con la Chiesa, una improvvisa e non voluta maternità, un rapporto interrotto da tempo a causa di un litigio o di un’offesa ricevuta… Per tutti è valido sempre l’appello alla conversione.’ un cammino lungo e difficile che esige anche il rispetto e l’aiuto di tutta la comunità. Cristo non ha permesso di sradicare una pianta a prima vista improduttiva. Un germe di vita nuova è possibile ad ogni primavera.
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