VI domenica di Pasqua – DIO VEDE IL CUORE DELL’UOMO
Non è difficile trovare la parola chiave della liturgia di oggi: amore. Ma che cosa significa amare? Ci sono, infatti, molti modi di essere qualificati con il termine “amore” che spaziano dall’avidità alla gratuità, dalla ricerca del piacere al dono della vita: “dall’amore di sé fino al disprezzo di Dio, all’amore di Dio fino al disprezzo di sé” (S. Agostino).
Consapevoli di questa ambiguità, le letture ci conducono in un percorso di verifica della qualità del nostro amore.
Il vangelo è focalizzato sul “come” dell’amore ponendo al centro della nostra riflessione l’unico comandamento di Gesù: “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato”. L’amore gratuito, l’amore che si fa servizio fino al dono della vita, diviene così l’unico “obbligo” del discepolo.
La prima lettura rivela uno scontro tra due tipi di amore: l’amore inclusivo e l’amore esclusivo che divide l’umanità generando sospetto e paura nei confronti dell’altro.
La seconda lettura presenta l’antidoto alla paura dell’altro: l’agape. L’autore afferma, infatti, che Dio non ci ha amato soltanto perché lo amiamo, ma perché impariamo ad amarci gli uni gli altri. Di fronte all’amore di Dio ogni risposta umana è insufficiente: l’unica vera risposta è lasciare traboccare il suo amore per noi sui nostri fratelli.
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