attualità (19-02-2017)

I BUONI CAMBIANO IL MONDO

Capita ad ognuno di sentirsi oggetto di calunnie, di violenza, di maldicenze… Il cristiano affronta tutte queste situazioni con bontà. Oggi la bontà viene scambiata spesso col buonismo. Se sei buono non vali molto, se non ti imponi sei uno che non ha idee e non sa farsi valere. La bontà non è buonismo, ma lo strumento umile per incontrare, entrare in relazione e dialogare con l’altro, con chi considero diverso da me, con chi mi fa paura, con chi considero avversario o nemico. La bontà è la filosofia di vita del cristiano, è l’unica via per costruire la pace: “Beati i costruttori di pace…”.
Il cristiano impara progressivamente a scegliere la bontà che disarma non solo le mani, ma, prima di tutto il cuore, e che porta a Dio. La bontà è la chiave per incontrare e dialogare con l’uomo. Non sono le rivendicazioni a far incontrare gli uomini, ma è la bontà che ci rende cercatori di giustizia e di pace, persone solidali, fratelli e sorelle. I buoni non sono mai stranieri in nessuna parte del mondo, non sono estranei a nulla e a nessuno, ma interessati a tutto e a tutti.
Solo i buoni possono indicare la strada buona, soluzioni buone dei problemi, confini buoni, regole e leggi buone. I buoni possono dire la verità nella carità, scoprire ciò che unisce, apprezzare il buono degli altri.
La bontà è una scelta del cuore e dell’intelligenza. La scelta della bontà può diventare anche uno strumento per il cambiamento della società. Come combattere la corruzione, le mafie? Diventando più forti di loro, impegnandosi per la loro conversione. Prima di tutto rifiutando ogni tipo di corruzione, di raccomandazione, di ricatti e compromessi. Se tutti ci comportassimo così, le organizzazioni criminali piccole e grandi, non potrebbero sopravvivere.
I conflitti, il terrorismo, le guerre, il mercato delle armi. Le armi, dice Ernesto Olivero del Sermig, uccidono cinque volte: la prima perché sottraggono risorse alla scuola, alla sanità, allo sviluppo; la seconda perché per essere progettate hanno bisogno di intelligenze giovani che potrebbero essere impiegate per il bene; la terza perché quando vengono usate uccidono davvero; la quarta perché alimentano lo spirito di vendetta; la quinta perché lasciano traumi e ferite insanabili nei reduci e nei sopravvissuti.
Non è banale, non è da illusi pensare che possano esserci strade di bontà per affrontare queste complessità mondiali. Il male è buio; solo la luce, la purezza, la credibilità dell’esempio possono annullarlo. Una piccola luce che si allarga, che diventa stile di vita di tanti, può cambiare qualche cosa di importante. Una luce che si organizza, una luce che cerca di brillare veramente, 24 ore su 24. Solo questa luce dà speranza, si espande,, converte, cambia le cose, le persone e il mondo.

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