Attualità (2-08-2015)

PER DENARO O PER AMORE?

Spesso guardare ai poveri significa tentare di colmare l’abisso tra gli Epuloni e i Lazzari, ma senza modificare il loro stato, in modo che continuino a convivere gli Epuloni e i Lazzari. I poveri, in quest’ottica, sono una figura sociale necessaria come le stelle del cielo o l’acqua della terra. E assicurare loro le briciole che cadono dal nostro tavolo, ci mette a posto la coscienza e non cambia il sistema che è organizzato sempre a nostro vantaggio.
I poveri, prima di un dato di fatto, sono un prodotto: la povertà è il prodotto di un certo modo di vivere e di organizzare la società. Non possiamo, allora, accostarci a loro senza tener conto delle cause che li producono. Se non passassimo attraverso questa consapevolezza, la stessa parola del Vangelo diventerebbe sterile.
Opzione fondamentale della fede è il simbolismo del pane che nutre: ma nei rapporti con il pane, moltiplicare per sé o condividere con gli altri?
Il liberismo afferma che la mia libertà finisce dove comincia la tua. Il Vangelo invece afferma che la mia libertà inizia dove inizia la tua: se tu sei poco libero, anch’io mi sento meno libero. La prima scelta porta all’individualismo; la seconda alla carità, all’accoglienza, alla condivisione. Quale modello di libertà stanno scegliendo, oggi, i singoli cristiani e le comunità cristiane?
Il liberismo, promosso dal mondo delle finanze, delle banche, e anche, spesso, dalla politica non è compatibile col Vangelo. I cristiani e le comunità sono chiamati a scegliere tra individualismo, indifferenza, rifiuto e solidarietà, accoglienza e condivisione.
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo tra italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri” (don Lorenzo Milani).
“Qualcuno mi ha detto che non si azzarderebbe a toccare un lebbroso neppure per un milione di dollari. Neppure io lo farei; neppure non per uno, ma nemmeno per due milioni di dollari. Invece lo faccio gratuitamente, per amore di Dio” (Madre Teresa di Calcutta).
La nostra vita è vissuta per denaro o per amore?

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