Attualità (22-01-2017)

QUALE LUCE EMANA OGGI DA GESU’?

Funzione della luce è far vedere. Gesù, luce del mondo fa vedere, rivela il volto di Dio all’uomo. Come può l’uomo “vedere” Dio in Gesù oggi? L’uomo a cui si rivolge oggi la luce di Cristo è tutta l’umanità nel suo insieme e ciascun essere umano nella sua individualità. L’uomo illuminato da Gesù è “ogni persona che abita questo pianeta” (Papa Francesco, Laudato sì 3). E’ l’essere umano con l’umanità che lo abita, indipendentemente dalla sua cultura e religione.
Che cosa in Gesù illumina? I vangeli raccontano la pratica di umanità di Gesù. Mostrano che Gesù narra Dio, toglie il velo al volto di Dio, fa “venire alla luce” Dio, nella sua pratica di umanità. La narrazione di Dio è una vita umanissima, fatta di parole e di silenzi, di gesti e di incontri, di tenerezza e di forza di cura e di rimproveri, di coraggio e di amore, di intelligenza e di emozioni, di contemplazione del creato e di osservazione partecipe ai lavori degli uomini. Ciò che in Gesù illumina è l’umano, è come lui ha vissuto quella condizione umana che accomuna ogni essere che viene all’esistenza. Lo straordinario di Gesù non sta sul piano religioso, ma umano. Egli insegna l’infinita dignità dei senza dignità, insegna la responsabilità della cura nei confronti di chi conosce l’umano oscurato e menomato dalla malattia, dalla violenza, dalla miseria; Gesù mostra che l’umano è il luogo di culto autentico, Mentre rivela Dio, rivela anche l’uomo.
Di fronte a questa rivelazione, il credente si stupisce, apre gli occhi per vedere la rivelazione così radicale e semplice: l’umano è il luogo di Dio. “Hai visto l’uomo, hai visto Dio”, affermavano i Padri della chiesa. La fede necessita di capacità di sorpresa, di stupore, di meraviglia. Richiede occhi puri, capaci di vedere l’estrema semplicità della rivelazione portata da Gesù e dunque di vedere il mondo con occhi puri, come per la prima volta. Richiede lo stupore che lascia attoniti, senza parole, come bambini, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. Stupore è capacità di lasciarsi colpire, spogliare la propria umanità di ogni armatura,, di ogni ripiegamento su di sé, di ogni corazza e disporsi all’inermità, alla vulnerabilità, all’alterità. Stupirsi è lasciarsi illuminare, è cogliere la luminosità e l’eccezionalità del quotidiano, della realtà, non dello straordinario. La luce di Gesù può aiutarci a ritrovare il linguaggio dello stupore e a riscoprire la grandezza del quotidiano e la bellezza dell’umano che è in noi e negli altri e a divenirne responsabili. Sono numerosissime, oggi, le tensioni che ci portano a disumanizzarci, a pensare che abbiamo il mondo a potata di “clic”, sottraendoci alla luce che viene da Gesù e mantenendoci nelle tenebre della nostra autosufficienza. Il credente ha bisogno di umanizzarsi a immagine di Gesù e della sua prassi di umanità. I poveri, i senza casa, i rifugiati, gli “scarti” umani che abitano accanto a noi e che tendiamo a ritenere meno umani di noi, ci richiamano a ritrovare questa umanità.

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