E’ Domenica (13-06-2021)- XI Domenica del tempo ordinario anno b

COMMENTO AL VANGELO – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Nell’XI domenica del tempo ordinario, il brano del Vangelo secondo Marco ci propone un discorso in cui Gesù parla del Regno di Dio ricorrendo all’immagine di un seme.
Il seme viene gettato nel terreno e, indipendentemente da ciò che l’uomo fa, esso diventa germoglio e dà frutto. Allo stesso modo, Dio mette in noi il seme del Suo regno, che poi cresce con tempi e modi che non possiamo conoscere, perché vanno al di fuori della nostra logica umana. Non dobbiamo essere impazienti né scoraggiarci, ma avere fiducia: non si possono forzare i tempi con cui il seme germinerà.
La seconda immagine a cui Gesù paragona il Regno di Dio è il granello di senape, un seme piccolissimo che però dà vita ad un albero maestoso, la più grande fra le piante dell’orto, sulle cui fronde trovano riparo gli uccelli. Anche in questo caso, si tratta di fiducia: il contadino pianta il seme più piccolo di tutti e attende la sua trasformazione in un grande albero. Bisogna andare oltre ciò che appare in superficie e credere, anche quando sembra difficile.
La pazienza con cui aspettare la maturazione del seme, però, non va confusa con l’essere passivi. Il terreno in cui cade il seme deve essere preparato, non bisogna semplicemente aspettare che il tempo passi. Il Regno di Dio, infatti, si costruisce già adesso, ogni giorno, mettendo al centro della nostra vita quotidiana il Vangelo, testimoniando a tutti il suo messaggio di amore. Così facendo, gradualmente ma con costanza, si arriva ad ottenere grandi cose, come dal piccolo seme di senape nasce il grande albero. Al contrario, se tentiamo di imporci e di voler essere a tutti i costi in primo piano, ostacoliamo la maturazione del seme, che è invece opera di Dio. Nelle nostre azioni, quindi, teniamo a mente l’invocazione che facciamo nel Padre nostro (“venga il tuo regno”) e impegniamoci affinché questo avvenga, rimanendo comunque consapevoli che non siamo noi a controllare questo processo.
XI domenica del t.o. anno b – clicca sopra per leggere la parola di Dio

EVANGELIZZAZIONE – IL CUORE DELLA MISSIONE DELLA CHIESA 2A PARTE

Il Catechismo del Concilio di Trento, commentando il Simbolo, osserva che nel Credo si professa di credere ‘la Santa Chiesa’ e non ‘nella Santa Chiesa’, questo per distinguere anche con la diversità della frase, Dio Creatore dell’Universo, dalle cose create.
L’evangelizzazione è pura solo se ne è pura l’intenzione, e se non si cerca la soddisfazione personale o un interesse della comunità.
Il rifiuto, non raro, di colui che ci ascolta farà certo dispiacere, ma non si traduce in un successivo disinteresse nei suoi riguardi, sarebbe la riprova che non ci aveva motivato la gratuità del dono, altrimenti forse, avevamo fatto proselitismo e non evangelizzazione.
Gesù ha voluto la Chiesa, perché gli uomini vivano in Lui e possiamo così servire il mondo, non farci servire. Solo l’amore per l’umanità giustifica la grande opera di diffusione della fede nel mondo.
Papa Francesco nella Esortazione Apostolica’ Evangelli Gaudium al numero 14 sottolinea come tutti hanno il diritto di ricevere l’annuncio del vangelo e i cristiani lo annunciano senza escludere nessuno, come chi condivide una gioia, segnala agli uomini un orizzonte bello… la Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione.
Un cristiano si dovrebbe riconoscere non per le belle parole che dice, ma per la bellezza semplice della sua vita. Forse oggi, noi che abbiamo tutto, dobbiamo riscoprire che abbiamo sete del Tutto, di Colui che dà il senso più profondo al nostro vivere e agire.

One Reply to “E’ Domenica (13-06-2021)- XI Domenica del tempo ordinario anno b”

  1. Riccardo

    Il vangelo di questa domenica sottintende al fatto che il cristiano deve essere pronto alla disponibilità attiva verso ciò che lo Spirito Santo, quindi Dio, ha deciso relativamente al nostro contributo alla vitra della comunità dei credenti.
    “Disponibilità” intesa come pazienza e fiducia se i risultati dovessero tardare o, apparentemente, non fossero all’altezza delle nostre aspettative.
    “Disponibilità” al confronto ed al dialogo perchè sono le uniche strade per un arricchimento reciproco per noi singoli e per la crescita della nostra comunità, grande o piccola che sia.
    “Disponibilità” all’umiltà ed alla modestia, perche l’idea di voler primeggiare o di acquistare meriti apparenti presso gli altri NON SERVE alla diffusione della Parola.
    E per finire “Attività” come prontezza, disponibilità, buona volontà, desiderio di lavorare insieme ai nostri fratelli ed entusiamo per ciò che faccciamo.
    Perchè il “come” facciamo é più importante di “quanto” facciamo

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