E’ Domenica (7-02-2021) – V domenica del t.o. anno b

COMMENTO AL VANGELO V DOMENICA T.O.

Nella V domenica del tempo ordinario, il brano del Vangelo secondo Marco è la continuazione di quello ascoltato domenica scorsa. Gesù, infatti, si trova ancora a Cafarnao e, dopo essere uscito dalla sinagoga, si reca nella casa di Simone, dove la suocera di quest’ultimo è a letto malata. Con un tenero gesto d’amore, Gesù la prende per mano e la fa alzare. La febbre, allora, cessa ed ella si dispone subito al servizio, proseguendo in quell’amore messo “in circolo” da Gesù, come in una piccola Chiesa.
La giornata di Gesù a Cafarnao, come ci narra l’evangelista, prosegue colma di impegni, tanto che potrebbe apparirci quasi frenetica. Infatti, tutti gli abitanti di Cafarnao vanno alla casa di Simone, per portare a Gesù i malati e gli indemoniati, fino a tarda sera. Egli, il Figlio di Dio, si fa carico delle sofferenze di quegli uomini e li guarisce.
La mattina seguente, ancora prima del sorgere del sole, Gesù è già sveglio e si ritira in un luogo solitario per pregare. È da questo dialogo con Dio Padre che Gesù trae la forza per la sua missione, che svolge con quello zelo e quell’entusiasmo che scaturiscono dalla vera fede.
Mentre Gesù si trova in quel luogo deserto, però, Simone e gli altri discepoli vanno a cercarlo, dicendogli che c’è una folla di persone che lo attende. Gesù, tuttavia, non cerca il successo e l’acclamazione, perché la sua missione è quella di proclamare la salvezza a tutti gli uomini. Per questo motivo, Gesù lascia la città di Cafarnao per andare nei villaggi vicini e in tutta la Galilea.
Oggi, prima domenica di febbraio, si celebra la Giornata per la Vita. Gesù, in questo brano, ci indica il modo migliore per celebrarla: essere portatori di amore agli altri, trasmettendo loro – con un gesto, una parola, un’azione fatta col cuore – l’amore che riceviamo instancabilmente da Dio, per far fruttare al meglio la nostra vita.

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO anno b – clicca sopra per leggere la parola di Dio

SCAMBIO DI PACE – UN INVITO A RISCOPRIRE
LA FORZA DELLO SGUARDO

È noto come il tempo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha imposto alcune limitazioni alla prassi celebrativa al fine di assumere le misure precauzionali previste per il contenimento del contagio del virus Sars-Cov-2. La stretta di mano o l’abbraccio, indicati come modo ordinario per lo scambio della pace , sono stati sospesi per evitare il contatto diretto tra le persone. Vi è però il rischio che il necessario distanziamento fisico alimenti o induca un atteggiamento individualistico, anche nel contesto della celebrazione eucaristica. È apparso quindi importante non continuare a trascurare il rito della pace, con il quale «i fedeli esprimono la comunione ecclesiale e l’amore vicendevole, prima di comunicare al Sacramento» (OGMR, 82).
Sull’importanza del rito della pace ha scritto Benedetto XVI al n. 49 dell’Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis. Dal punto di vista rituale l’Ordinamento Generale del Messale Romano (82) non stabilisce un gesto proprio per esprimere lo scambio della pace, lasciando tale facoltà alle Conferenze Episcopali, secondo l’indole e le usanze dei popoli. Lo scambio della pace non coincide, quindi, con lo stringersi la mano o con l’abbraccio. È pertanto possibile pensare a qualche altro gesto da poter utilizzare, soprattutto in questo tempo, che sia rispettoso delle esigenze sanitarie e capace di esprimere una relazione diretta con gli altri.
Non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio col toccarsi con i gomiti, in questo tempo – hanno affermato i Vescovi – può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo. L’impossibilità del contatto fisico domanda più tatto nei rapporti. La pandemia, costringendoci a mascherare la bocca e il naso, lascia agli occhi tutta l’eloquenza della prossimità come dono e come impegno. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha detto: «le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo». All’invito del diacono (o in sua assenza di chi presiede la celebrazione): «scambiatevi il dono della pace», volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, può esprimere in modo assai eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità.
Come è stato affermato dai Vescovi, là dove necessario, si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano e che il guardarsi e prendere “contatto visivo” con il proprio vicino, augurando: «la pace sia con te», può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale «con il quale la Chiesa implora la pace e l’unità per se stessa e per l’intera famiglia umana».

One Reply to “E’ Domenica (7-02-2021) – V domenica del t.o. anno b”

  1. Guido

    Grazie Don Michelangelo. tutto e’ importante nella celebrazione ed e’ bello sapere anche le modalita’ di questo gesto negli scritti della chiesa.

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